YouTube si piega alle richieste di censura del Cremlino

Di il 22 Maggio, 2024
YouTube ha recentemente censurato quattro video pubblicati da canali russi che criticano la guerra in Ucraina e forniscono consigli su come evitare il reclutamento militare

YouTube ha recentemente censurato quattro video pubblicati da canali russi che criticano la guerra in Ucraina e forniscono consigli su come evitare il reclutamento militare. Tra i contenuti rimossi figura un video del canale “Dozor v Volgograde”, che conta quasi 30.000 iscritti, dedicato alla “resistenza alla mobilitazione”. Un altro video bloccato appartiene a “Scuola di coscrizione”, gestito dall’avvocato Maxim Bereza, noto per il suo supporto ai coscritti e l’assistenza legale fornita durante il processo di arruolamento.

Ovd-info e la legge sugli “agenti stranieri”

Tra i media indipendenti maggiormente colpiti dalla censura del Cremlino, emerge Ovd-info, seguito da quasi 100.000 persone, il cui canale YouTube rischia di essere interamente bloccato su richiesta del Roskomnadzor, l’agenzia russa incaricata della sorveglianza e censura dei social media. La decisione di bloccare interi canali anziché singoli video è una novità per il Roskomnadzor, segnalando un’intransigenza crescente nelle politiche di censura russe. La richiesta, tra l’altro, segue il blocco di cinque siti web di Ovd-info ad inizio maggio.

La legge russa sugli “agenti stranieri” viene citata come giustificazione per questa censura, una normativa che ha trovato riscontro anche in Georgia, scatenando proteste prolungate a Tbilisi. Nello specifico, la legge prevede che i media e le ong che ricevono almeno il 20 per cento dei propri fondi dall’estero debbano registrarsi come entità che “perseguono gli interessi di una potenza straniera”. 

La censura di YouTube oltrepassa i confini della Russia

Nonostante la pressione del Cremlino, YouTube (di proprietà di Google) rimane una delle poche piattaforme social straniere ancora accessibili in Russia, con un vasto pubblico di 93 milioni di utenti. La minaccia di un blocco completo su suolo russo persiste, ma il timore di isolare ulteriormente la società russa fa esitare le autorità, evocando parallelismi con le rigide censure in vigore in paesi come Corea del Nord, Iran e Cina.

La censura non si limita alla Russia: la stessa YouTube ha recentemente limitato i contenuti che rappresentano simboli delle proteste di Hong Kong, mentre Apple ha eliminato alcune applicazioni dal suo store cinese su richiesta governativa per motivi di “sicurezza nazionale”. Tutti episodi che segnano un trend globale verso una maggiore restrizione della libertà di espressione online, sollevando questioni rilevanti sulla responsabilità delle piattaforme digitali nell’equilibrare politiche di censura e diritti umani.

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