Una campagna di lobbying senza precedenti per affossare la legge sulla sicurezza online dei minori

Di il 20 Novembre, 2024
Meta e Alphabet hanno avviato una campagna di lobbying da record per bloccare il Kids Online Safety Act, sfruttando temi divisivi per indebolire il sostegno bipartisan

Negli USA, il Kids Online Safety Act (KOSA), approvato quasi all’unanimità dal Senato a luglio, è ora bloccato alla Camera, ostacolato da una imponente campagna di lobbying delle Big Tech. Si tratta di una legge che introdurrebbe un “obbligo di diligenza” per le piattaforme, obbligandole a mitigare il pericolo di bullismo e dipendenza digitale. La battaglia legislativa riflette i rischi economici per le aziende tecnologiche, che finora sono state largamente esenti dalle responsabilità legali per i danni causati dai loro prodotti.

La legge sulla sicurezza online dei minori

A più di tre mesi dall’approvazione in Senato, il disegno di legge è bloccato alla Camera, impantanato tra le crescenti preoccupazioni dei conservatori e una campagna di lobbying senza precedenti. Meta Platforms, proprietaria di Instagram, e Alphabet, società madre di Google e della sua piattaforma video YouTube, guidano l’opposizione. 

Il disegno di legge, che sarebbe il primo grande provvedimento federale sulla sicurezza online per i minori dal 1998, è nato dalla collaborazione tra la senatrice repubblicana Marsha Blackburn e il senatore democratico Richard Blumenthal, e ha guadagnato slancio anche grazie alle storie strazianti di famiglie in lutto che hanno attribuito le sofferenze dei propri figli alle piattaforme social

La responsabilità delle piattaforme social

Una delle disposizioni principali del KOSA è l’introduzione di un “obbligo di diligenza” che renderebbe le piattaforme legalmente obbligate ad affrontare problemi come disturbi mentali, comportamenti simili alla dipendenza, bullismo e sfruttamento sessuale. Meta e Alphabet temono le implicazioni economiche di questa nuova responsabilità, che metterebbe in discussione l’immunità legale di cui hanno goduto fino ad oggi.

Una “guerra culturale” per creare divisioni interne

Meta e Alphabet stanno sfruttando temi divisivi per far venire meno il consenso quasi bipartisan sul provvedimento. Con i legislatori progressisti, sottolineano il rischio di censura verso, ad esempio, la comunità LGBTQ. Con i conservatori, invece, parlano, ad esempio, del timore che posizioni antiabortiste possano essere censurate. 

Il tragico caso di David Molak

Maurine Molak, madre di David, morto nel 2016, ha raccontato come suo figlio fosse diventato dipendente dalle piattaforme social e dai giochi online. Ha citato funzionalità delle app come lo scroll infinito e le continue notifiche, che secondo lei rendevano difficile per David disconnettersi e interferivano con il suo sonno. Dopo che i coetanei hanno iniziato a bullizzarlo su Instagram e altre piattaforme, i genitori hanno cercato di trasferirlo in un’altra scuola. 

Tuttavia, i post lo perseguitavano, coinvolgendo persino persone che David non conosceva, ha aggiunto la madre. Gli amici di David hanno cercato di segnalare i post a Instagram, ma senza successo. Poco dopo, David si è tolto la vita.

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