Paul Marshall, capo di un hedge fund e co-proprietario della rete televisiva di destra GB News, ha acquisito il settimanale conservatore The Spectator per 100 milioni di sterline. L’operazione segna la conclusione di una lunga battaglia per il controllo della rivista, iniziata quando la famiglia Barclay ha perso il controllo dei suoi asset mediatici più di un anno fa.
Le criticità finanziarie
La situazione finanziaria del Telegraph Media Group, che fino a ieri controllava The Spectator, è crollata l’anno scorso dopo aver accantonato quasi 280 milioni di sterline per coprire i prestiti concessi alla famiglia Barclay (ex proprietaria del Gruppo) che potrebbero non essere rimborsati.
Una situazione che lo scorso dicembre ha spinto RedBird IMI (un fondo supportato dallo sceicco Mansour bin Zayed al-Nahyan, vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti, e dalla società di investimento americana RedBird Capital Partners) ad acquisire il controllo del Telegraph Media Group, dopo aver saldato i debiti della famiglia Barclay, inclusi 600 milioni di sterline di prestiti garantiti contro le testate.
Ad aprile, tuttavia, il governo britannico ha emanato una legge che vieta agli stati stranieri e ai loro affiliati di possedere asset mediatici nel Regno Unito. Di conseguenza, RedBird IMI si è visto costretto a mettere in vendita le testate del gruppo riservandosi tuttavia la possibilità, qualora non fosse possibile recuperare completamente i 600 milioni di sterline, di trasferire le proprietà ad un’altra realtà gestita solo da RedBird Capital per assicurarsi di rispettare le nuove restrizioni sulla proprietà straniera dei media.
Il valore di The Spectator
L’acquisizione di The Spectator, lo storico settimanale nato nella Londra ottocentesca, rappresenta uno dei più costosi accordi nel panorama dei media britannici, basato su un multiplo di oltre 30 volte i guadagni del 2022. Il prezzo, superiore alle aspettative, è pari a un aumento di cinque volte rispetto ai 20 milioni di sterline pagati dai fratelli Barclay per la rivista nel 2005.
Gli analisti di Enders stimano che un valore di circa 40 milioni di sterline sarebbe stato più realistico per una rivista che ha generato 2,9 milioni di sterline di utili al netto di interessi, tasse, ammortamenti e svalutazioni, su ricavi di 20,8 milioni di sterline nel bilancio del 2022.
Le preoccupazioni dei lettori e dei dipendenti
Marshall è noto per definirsi “classical liberal”, e con questa acquisizione consolida la sua posizione come una delle figure più influenti nei media di destra del Regno Unito. La notizia ha sollevato preoccupazioni tra i lettori e i dipendenti della rivista, che temono un cambio di linea editoriale simile a quella di GB News.
Un deputato conservatore ed ex ministro ha definito l’acquisizione da parte di Marshall “sconcertante”, aggiungendo:
“L’agenda di Marshall è quella di distruggere il Partito Conservatore e introdurre una nuova forma di trumpismo nel Regno Unito. Vedi GB News, che ha portato innumerevoli voti a Reform (ex Brexit party, ndr). Si lasciano influenzare da questo populismo, dall’idea che si debba dire agli elettori ciò che vogliono sentirsi dire”.
Il presidente di The Spectator, Andrew Neil, che l’anno scorso aveva affermato che i fondi di investimento non dovrebbero possedere giornali a causa dei potenziali conflitti di interesse, ha annunciato su X le sue dimissioni “con effetto immediato”.
Rivolgendosi ai dipendenti della rivista, ha aggiunto:
“Il mio più grande rammarico è non essere riuscito a trovare nuovi proprietari che garantissero di coltivare le peculiarità di The Spectator… Non posso dire se i nuovi proprietari avranno lo stesso rispetto per l’indipendenza editoriale poiché non hanno condiviso le loro idee”.
Freddie Sayers, CEO di Old Queen Street Media, il ramo aziendale di Marshall che acquisirà The Spectator, ha dichiarato che un nuovo consiglio di amministrazione, che sarà composto probabilmente da politici conservatori, supervisionerà il settimanale. Il CEO diventerà anche l’editore di UnHerd, il gruppo di media digitali di Marshall, oltre che di The Spectator, assicurando che le due testate rimarranno separate, con strutture editoriali e di governance indipendenti.
Il futuro di The Spectator
Marshall ha piani ambiziosi per la crescita internazionale e online della testata, secondo persone a lui vicine. Infatti, il magnate desidera investire maggiormente negli strumenti di intelligenza artificiale.
Insieme a Sayers punta ad espandere The Spectator in Nord America, dove già esiste un’edizione, e a potenziare gli abbonamenti digitali, le attività video e i podcast. Nel Regno Unito, invece, vuole che il settimanale diventi una fonte imprescindibile di informazione sulla politica britannica, con l’obiettivo di competere contro Politico, l’influente testata online di Axel Springer.