Taylor Lorenz lascia il Washington Post

Di il 03 Ottobre, 2024
taylor lorenz washington post
Dopo oltre due anni al Washington Post, Taylor Lorenz, la nota giornalista specializzata in tecnologia e cultura digitale, ha posto fine alla collaborazione con la celebre testata per lanciare una newsletter indipendente su Substack

Taylor Lorenz, nota giornalista specializzata in tecnologia e cultura digitale, ha recentemente annunciato la sua decisione di lasciare il Washington Post dopo due anni e mezzo. Lorenz, che si è distinta per il suo lavoro nel raccontare le dinamiche nello spazio digitale, ha spiegato che il suo prossimo progetto consiste in una newsletter su Substack, una piattaforma sempre più utilizzata da scrittori e giornalisti indipendenti. In un’intervista rilasciata a The Hollywood Reporter, ha detto: “Volevo uscire dal contesto dei media tradizionali. È davvero difficile fare il tipo di reportage che desidero nell’ambito di queste vecchie istituzioni“.

La nascita di User Mag

Il nuovo progetto di Lorenz si chiama User Mag e si concentrerà su “persone e movimenti che guidano la tecnologia e la cultura digitale”. Per il momento, sarà un’iniziativa individuale, con Lorenz come unica redattrice. La piattaforma Substack ha già accolto figure di spicco del giornalismo, come Bari Weiss e Matthew Yglesias, offrendo agli autori un maggiore controllo editoriale e un rapporto diretto con i lettori. Lorenz ha sottolineato quanto sia importante per lei mantenere un’interazione attiva con il suo pubblico, cosa che risulta complessa nei ruoli offerti dai media tradizionali.

La controversia della storia su Instagram

L’annuncio di Lorenz arriva poche settimane dopo una polemica legata a una sua storia su Instagram durante la White House Creator Economy Conference del 14 agosto. L’evento, incentrato sulle tematiche digitali, aveva come protagonista il presidente Joe Biden. In una storia visibile solo ai suoi “amici stretti” su Instagram, Lorenz ha pubblicato una foto in cui si vedeva il presidente Biden sullo sfondo con la didascalia “criminale di guerra :(”. Questo ha scatenato una tempesta sui social media dopo che il giornalista Jon Levine del New York Post ha diffuso uno screenshot del post su X (ex Twitter), accusando Lorenz di aver insultato Biden. Da allora, Lorenz non ha più scritto per il Post.

Le parole “war criminal” (criminale di guerra) combinate con un’emoji triste sono diventate un meme abbastanza comune online da quando, nel luglio 2023, Lucy Dacus, chitarrista della band Boygenius, ha scritto “war criminal :(“ in un tweet riguardante una playlist pubblicata dall’ex presidente Barack Obama, che includeva una delle canzoni della band. Il motivo non è mai stato spiegato, ma da allora la frase è diventata un meme, soggetto a interpretazioni, spesso utilizzato in modo ironico piuttosto che come un’accusa letterale.

La giornalista, abituata a convivere con le critiche online, ha risposto alle accuse insinuando che l’immagine fosse stata modificata: “credete a qualsiasi stupida modifica che qualcuno può aver fatto”. Tuttavia, una verifica di NPR media ha riportato che la scritta è autentica e successivamente Lorenz ha risposto su X dicendo che non aveva “mai negato che fosse reale”, aggiungendo che la foto era un “chiaro riferimento a un meme”.

Le sfide del giornalismo digitale

La controversia non è la prima a coinvolgere i giornalisti del Washington Post riguardo all’uso dei social media. La testata ha dovuto affrontare tensioni interne tra i propri reporter, specialmente tra le generazioni più giovani, che si scontrano con le politiche aziendali riguardanti la libertà di espressione online. Secondo le direttive del giornale, infatti, i giornalisti devono evitare comportamenti sui social che potrebbero minare la loro imparzialità o quella del quotidiano.

Un nuovo capitolo per Taylor Lorenz

Nonostante la controversia e l’indagine interna del Washington Post, Lorenz sembra pronta a voltare pagina e concentrarsi sul suo nuovo percorso su Substack. La sua uscita dal quotidiano segna un momento significativo per il giornalismo digitale, con sempre più reporter che cercano nuove piattaforme per esprimersi liberamente, lontano dai vincoli delle istituzioni tradizionali.

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