Al Jazeera è il network privilegiato dagli studenti americani in protesta

Di il 13 Maggio, 2024
Secondo alcune interviste agli studenti americani al momento in protesta, sembra esserci una crescente sfiducia della Generazione Z nei confronti dei media tradizionali americani, sia online che di carta stampata

Dall’inizio della guerra israelo-palestinese si è posto il problema di come selezionare le fonti di informazione; il problema è sorto soprattutto nella Generazione Z, più attenta e scrupolosa nel suo modo di informarsi.

Sono note le dinamiche delle proteste studentesche in atto nei campus americani al fine di chiedere che le proprie università prendano le distanze dai finanziamenti e dall’influenza, in un certo senso politica, che Israele esercita su di essi. Secondo alcune interviste agli studenti americani al momento in protesta, sembra esserci una crescente sfiducia della Generazione Z nei confronti dei media tradizionali americani, sia online che di carta stampata.

La ricerca delle fonti degli studenti americani: il modello Al Jazeera

Nelle recenti interviste, infatti, molti manifestanti hanno sottolineato la necessità di voler avere una copertura mediatica più accurata riguardo la guerra a Gaza, ricercando delle fonti che siano vicine alla Palestina. Di conseguenza, spesso si affidano a media alternativi per ottenere informazioni. Tra le molte opzioni disponibili, spiccano nomi come Jewish Currents, The Intercept, Mondoweiss e persino giornalisti freelance palestinesi che forniscono una visione quotidiana più dettagliata di ciò che sta accadendo nella regione.

Questo cambio di rotta nella scelta dei media da seguire riflette una trasformazione più ampia tra i ragazzi della Generazione Z, sempre più inclini a leggere notizie da più fonti d’informazione e pronti a mettere in discussione la credibilità dei media tradizionali pur vivendo in un panorama giornalistico con una pluralità di punti di vista.

La copertura della guerra Hamas-Israele

Mentre molti media occidentali, con pochi o nessun giornalista a Gaza prima del conflitto, hanno dovuto lottare per ottenere l’accesso al territorio, Al Jazeera è stata presente sin dai primi giorni, raccontando le atrocità e la distruzione nella regione.

La rete Al Jazeera, di proprietà del Qatar, ha sede a Doha e gestisce due redazioni separate che forniscono contenuti in lingua inglese e araba. Secondo i dati di Appfigures, una società di ricerca di mercato, le sue app mobili sono state scaricate negli Stati Uniti 295.000 volte da ottobre, registrando un aumento di oltre il 200% rispetto ai sette mesi precedenti.

Secondo gli studenti americani Al Jazeera è il media più attendibile

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha accusato Al Jazeera di danneggiare la sicurezza di Israele e di incitare alla violenza contro i propri soldati. Da qui la decisione del governo israeliano di chiudere le sedi del network nei luoghi del conflitto.

La notizia, come si può immaginare, ha sollevato numerose polemiche e inasprito le proteste degli studenti occidentali pro-Palestina sempre più convinti che il governo di Netanyahu voglia censurare qualsiasi giornale racconti una realtà diversa da quella riportata dai portavoce israeliani.

Questo divieto imposto da Israele, infatti, non ha fatto altro che avvicinare molti più giovani manifestanti al network, al quale riconoscono il merito di avere una copertura dettagliata con giornalisti sul campo ed una presenza più ampia a Gaza rispetto ad altre fonti.

Gli studenti hanno anche apprezzato e riconosciuto i rischi e i sacrifici affrontati dai giornalisti nel raccontare il conflitto, con il triste bilancio di due reporter di Al Jazeera morti.

C’è una tendenza sempre meno imperialista e più attenta all’analisi della geopolitica in una chiave pluralista tra i giovani della Generazione Z è bene che se ne prenda atto o i media perderanno sempre più credibilità.

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