Spotify ha pagato i podcaster più di 100 milioni di dollari per sconfiggere la concorrenza

Di il 29 Aprile, 2025
La partita con YouTube è ancora molto accesa ma la piattaforma di Daniel Ek è lontana dai 70 miliardi che il social di Google ha sborsato tra il 2021 e il 2024 a creator e agenzie media

Spotify ha pagato più di 100 milioni di dollari editori e podcaster in tutto il mondo nei soli primi tre mesi del 2025. Ad annunciarlo è la stessa azienda in una nota diffusa sul sito.

“Questa cifra riflette il nostro profondo impegno nei confronti dell’economia dei creatori e sottolinea il ruolo di Spotify come piattaforma leader per i creatori di contenuti audio e video”, comunica il colosso della musica guidato da Daniel Ek.

“Stiamo ampliando la portata dei creator a un pubblico globale, offrendo opzioni di guadagno flessibili indipendentemente dal formato e strumenti per catturare e coinvolgere una fanbase fedele. Che un creator stia appena iniziando o stia cercando di ampliare un programma già esistente, Spotify offre le risorse e le opportunità per prosperare”.

Daniel Ek, cofondatore e ad di Spotify. Foto: Wikipedia.

Insomma, non solo un tentativo di attrarre ancora più creatori, ma anche un impegno a non far avere la meglio alla concorrenza, YouTube, che nel settore del podcasting video ha spinto una grande fetta di utenti sul suo canale.

Chi ha pagato Spotify

“Il pagamento comprende sia i ricavi derivanti dalla pubblicità che quelli generati tramite Spotify Partner Program, lanciato all’inizio di quest’anno in alcuni mercati“, spiega la nota di Spotify.

Il offre ai creator diversi “modi per monetizzare i propri contenuti, offrendo pagamenti basati sul pubblico grazie al coinvolgimento video di Spotify Premium e la possibilità di monetizzare tramite annunci pubblicitari su Spotify Free e su tutte le altre piattaforme di ascolto podcast”, si legge.

Tra i fruitori di Spotify Partner Program ci sono società di spicco come McDonald’s, Google e il club del Chelsea.

Ma la sfida con YouTube è ancora tutta da giocarsi.

La piattaforma regina dei video ha comunicato di aver raggiunto un miliardo di utenti di podcast al mese, il che lo rende dominante nel settore, superando, appunto, anche la stessa Spotify e Apple Podcast.

D’altro canto, la piattaforma di Daniel Ek è ancora molto lontana dagli oltre 70 miliardi di dollari che YouTube ha pagato a creatori e aziende di media dal 2021 al 2024.

I piani di Ek

Spotify, quotata alla Borsa di New York ma con sede a Stoccolma, rimane un attore importante nel settore grazie anche al suo team di talenti: distribuisce e vende spazi pubblicitari per il podcast più grande al mondo, The Joe Rogan Experience, e ha raggiunto il suo primo anno completo di redditività nel 2024.

In precedenza, l’azienda svedese pagava i creator solo condividendo con loro i ricavi pubblicitari, proprio come YouTube.

Ora, invece, offre anche incentivi per caricare video, con i creator che guadagnano altro denaro in base al livello di interazione degli abbonati premium.

L’azienda sta, così, cercando di attrarre più spettatori e comunica che la fruizione di video in piattaforma è già aumentata di oltre il 40% da gennaio 2025. Ora quello che resta da chiedersi è se Spotify riuscirà a convincere i creators ad abbandonare YouTube per dirottare sulla piattaforma musicale.

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Chiara Buratti muove i suoi primi passi nel mondo del giornalismo nel 2011 al "Tirreno" di Viareggio. Nel 2012 si laurea in Comunicazione Pubblica e nel 2014 consegue il Master in Giornalismo. Dopo varie esperienze, anche all'estero (El Periódico, redazione Internazionali - Barcellona), dal 2016 è giornalista professionista. Lavora nel web/nuovi media e sulla carta stampata (Corriere della Sera - 7, StartupItalia). Ha lavorato in TV con emittenti nazionali anche come videoeditor e videomaker (Mediaset - Rete4 e Canale 5, Ricicla.tv).