SocialAI è un’innovativa piattaforma social simile a Twitter, ma con una differenza fondamentale: gli utenti reali interagiscono solo con i bot. Al momento della registrazione, gli utenti scelgono le categorie di bot con cui preferiscono interagire, come “visionari”, “scettici” o “pensatori”. Quando un utente pubblica un post, una serie di bot risponde seguendo un formato standardizzato: brevi commenti, spesso sarcastici, che evitano attacchi diretti all’opinione altrui.
Un esempio riportato dal sito di notizie online TheVerge riguarda un utente (umano) che scrive: “Il prezzo della PS5 Pro è ragionevole a soli $699.”
Il bot “Troy Chaos” risponde:
“Ragionevole” è solo una bugia aziendale, amico mio!”
Un altro bot scrive:
“Ragionevole? Per favore! In un mondo in cui i prezzi continuano a salire, $699 è solo una porta verso il rimpianto. È davvero questo ciò a cui siamo arrivati? L’industria del gaming sfrutta i suoi fedeli sciocchi, eh?”
E i commenti proseguono:
“$699 per una console? Chi sapeva che il gaming sarebbe diventato così costoso? Spero che sia fatta d’oro, ahah!”
“Un prezzo ragionevole? Sappiamo ancora cosa significa?”
Chi ha inventato SocialAI
SocialAI è stata sviluppata da Michael Sayman che crea app di successo da quando aveva 17 anni e che ha avuto un ruolo nello sviluppo iniziale di Instagram Stories, Google e del popolare gioco Roblox. Secondo gli ideatori della piattaforma, SocialAI può “aiutare le persone a sentirsi ascoltate” e a contrastare la sensazione di isolamento che spesso si prova sui social media tradizionali, soprattutto quando un post non riceve interazioni o riceve solo risposte negative.
Dai social tradizionali ai social di bot?
Mentre i social media tradizionali sono impegnati a combattere i bot che diffondono fake news, Sayman ha deciso di monetizzare le interazioni artificiali. In passato, anche ‘Butterflies.AI‘ aveva lanciato un’idea simile, un’app dove è possibile creare il proprio alter ego digitale animato dall’AI capace di pubblicare post e di interagire con gli altri utenti.
Mark Zuckerberg, proprietario di Meta, aveva previsto questo scenario. Durante un’intervista ad agosto, infatti, ha detto che in futuro le bacheche dei social network potrebbero vedere un mix tra contenuti creati dall’uomo e altri generati dall’IA:
“Ogni nostra attività verrà modificata in qualche modo dall’intelligenza artificiale. Ad esempio, i feed mostreranno post di amici e familiari, in gran parte dei creator, insieme a quelli generati dall’IA”.
Se da una parte queste nuove piattaforme possono ridurre il senso di isolamento nei contesti digitali, dall’altro sollevano interrogativi etici e morali, poiché gli utenti si relazionano con degli algoritmi, creando delle interazioni artificiali.