Sin(A)ps(I) #1 – Oltre l’immaginabile

Di il 06 Aprile, 2024

1.RNA(I): un collegamento tra neuroscienze e intelligenza artificiale?

L’intelligenza artificiale sta facendo progressi anche nelle neuroscienze. Al centro di questo processo ci sono le reti neurali artificiali (RNA), alcune delle quali mostrano sorprendenti parallelismi con il modo in cui funzionano i nostri cervelli.

Il confronto tra cervelli umani e artificiali ha preso il via con alcuni studi iniziati nel lontano 2014, quando un team del MIT capitanato da Daniel Yamins ha allenato una RNA a riconoscere oggetti in fotografia, confrontando successivamente il suo modo di ragionare con quello dei cervelli delle scimmie macaco. La ricerca ha rivelato sorprendenti similitudini su come vengono rappresentate le immagini, scatenando un’ondata di entusiasmo e ulteriori approfondimenti.

Il punto di incontro tra RNA e cervello umano raggiunge l’apice con studi che dimostrano la possibilità di collegare direttamente i due sistemi, permettendo a una RNA di vedere attraverso gli occhi umani interpretando dati cerebrali; un’interazione diretta, che promette rivoluzioni future nelle interfacce cervello-computer, con potenziali applicazioni che vanno dal trattamento di determinate forme di cecità alla creazione di nuove modalità di interazione uomo-macchina. Le RNA possono commettere errori apparentemente banali per un essere umano; il loro valore risiede, piuttosto, nella capacità di offrire modelli utili e intuitivi per comprendere i misteri della mente.

Uno scambio di conoscenze – scrive l’Economist – dove il confine tra biologia e tecnologia si attenua, aprendo nuovi orizzonti nella nostra comprensione della coscienza e dell’intelligenza, naturale o artificiale.

 

2. La “variante Nadella”: scacco matto per Microsoft nella corsa all’AI?

Un colpo di scena che stravolge gli equilibri. Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha eseguito una mossa battezzata “variante Nadella”, posizionando ulteriormente l’azienda come una forza dominante nel settore tecnologico.

Se negli ultimi anni le big tech hanno puntato sulle acquisizioni di start-up per ingaggiare talenti, Nadella ha scelto una strada meno battuta: reclutare i migliori e, in un certo senso, lasciare indietro le aziende di provenienza. Questo approccio ha segnato una svolta significativa quando Microsoft ha annunciato l’ingresso nel suo team di due dei tre fondatori di Inflection, una start-up di AI tra le più promettenti degli Stati Uniti, insieme a molti dei suoi impiegati.

La strategia di Nadella non solo ha rivelato una corsa agli armamenti per i migliori ricercatori nel campo dell’AI, ma ha anche sollevato questioni su quanto la ricerca dei talenti possa influenzare il futuro dell’economia del settore. Jordan Jacobs, partner di Radical Ventures, ha evidenziato come al vertice ci siano teste in grado di sviluppare modelli di base rivoluzionari, tanto ambite da essere pronti a pagare fortune per averli.

In questo senso, è necessario avviare una riflessione critica sul futuro dell’AI e sul ruolo che le grandi aziende tecnologiche come Microsoft giocheranno in questo contesto in rapida evoluzione. Non solo ingaggio dei talenti migliori, quindi, ma anche riuscire a Stai per visualizzare la newsletter in formato ridotto, poiché non ti sei iscritto al portale. Clicca qui per registrati oppure, se sei giá registrato, clicca qui per effettuare l'autenticazione.