Con l’incerto futuro di TikTok negli Stati Uniti, gli americani non hanno perso un attimo per trovare un’alternativa. Xiaohongshu – meglio nota come RedNote – lo scorso martedì è schizzata in cima alla classifica delle app più scaricate nell’app store statunitense.
In soli due giorni, ha guadagnato più di 700mila nuovi utenti, secondo una fonte sentita da Reuters.
Letteralmente “Little Red Book”, Xiaohongshu è oggi una delle piattaforme più utilizzate in Cina, dove conta circa 300 milioni di utenti.
Il suo nome potrebbe essere interpretato come riferimento ironico al “libretto rosso” di citazioni di Mao Zedong, fondatore della Repubblica Popolare Cinese.
L’app è stata fondata nel 2013 da Charlwin Mao e Miranda Qu come risposta cinese a Instagram ed è tuttora gestita dalla loro società, la Xingyin Information Technology, con sede a Shanghai.
Viene utilizzata soprattutto per la condivisione di contenuti a leggeri, come consigli sul make-up o sui ristoranti.
RedNote è tra i social media più popolari sul mercato cinese e, di conseguenza, ha un bacino d’utenza prevalentemente locale. Non era mai riuscito a decollare in altri paesi, almeno fino a ora.
Gli esuli di TikTok
Il fenomeno di “migrazione” – che ha portato l’hashtag “TikTok refugee” a guadagnarsi oltre 250 milioni di visualizzazioni e quasi sei milioni di commenti – è avvenuto nella stessa settimana in cui la Corte Suprema statunitense ha lasciato intendere che potrebbe confermare l’entrata in vigore di una legge che prevede il divieto di TikTok nel Paese.
Secondo il Dipartimento di Giustizia del governo e i giudici della corte d’appello, TikTok è considerato una minaccia alla sicurezza nazionale poiché la sua proprietaria, la società cinese ByteDance, è sottoposta al controllo del governo di Pechino, che potrebbe avere accesso ai dati degli utenti americani.
In questa situazione ingarbugliata, chi avrebbe deciso di voler salvare TikTok nel suo Paese è Donald Trump.
Il presidente eletto ha chiesto alla Corte Suprema di lasciare la decisione al governo, ma i giudici, per ora, non hanno sospeso l’applicazione della legge, prevista per il 19 gennaio – il giorno prima dell’insediamento della nuova amministrazione.
L’opzione di un ordine esecutivo del presidente potrebbe non essere sufficiente a ribaltare una legge approvata dal Congresso, sostiene il Washington Post.
Le alternative sono complesse da mettere in pratica.
Occorrerebbe infatti convincere il Congresso a votare contro una legge che gli stessi due rami del parlamento hanno approvato a maggioranza bipartisan. O, come seconda opzione, Trump dovrebbe persuadere il procuratore generale a non farla applicare.
C’è poi la strada delle trattative. L’amministrazione Trump potrebbe riproporre l’accordo Project Texas, avanzato da TikTok a Joe Biden, che l’aveva rifiutato.
Si tratta di un compromesso per cui la piattaforma cinese offrirebbe a Washington un potere di veto sulle nomine dei vertici della divisione statunitense del social media, la possibilità di monitorare il codice sorgente e l’opzione di disattivare l’app nel caso l’esecutivo ritenesse che ci fossero seri rischi di sicurezza nazionale.
L’esito della vicenda resta comunque incerto.
Secondo The Information, se la situazione non dovesse cambiare, TikTok è pronta a disattivare l’app già da domenica per evitare ripercussioni legali.
Di conseguenza, migliaia di americani hanno scelto di scaricare RedNote, che ha visto triplicare le sue installazioni negli Stati Uniti in soli pochi giorni – nonostante sia disponibile solo in mandarino.
“Il nostro governo è fuori di testa se pensa che accetteremo questo ban di TikTok”, ha detto un’utente di nome Heather Roberts in un messaggio video su RedNote, ottenendo oltre 45.000 like. “Passeremo semplicemente a una nuova app cinese”, ha poi aggiunto.
Un ponte tra culture
L’arrivo dei “TikTok refugee” sulla piattaforma cinese ha creato un’occasione unica di scambio culturale.
Gli americani hanno contribuito portandosi dietro i balletti e i meme tipici della loro cultura digitale, mentre i veterani li hanno accolti con tutorial e traduzioni per aiutarli a utilizzare la piattaforma.
Inoltre, gli sviluppatori dell’app cinese “si stanno impegnando a trovare modalità per moderare i contenuti in lingua inglese e creare degli strumenti di traduzione”, come riferito da fonti attendibili alle agenzie stampa.
“Questa potrebbe essere un’occasione storica”, ha commentato un utente cinese, sottolineando l’importanza di un dialogo tra due nazioni spesso distanti.
Tuttavia, non mancano i dubbi. Alcuni utenti cinesi si chiedono quanto gli americani possano tollerare le rigide regole di censura presenti su RedNote.
Futuro incerto
RedNote, a differenza di TikTok, negli Stati Uniti opera sotto il controllo delle autorità cinesi. Significa che argomenti sensibili, anche non direttamente politici, vengono spesso moderati o eliminati.
Questa limitazione potrebbe rappresentare una sfida per gli utenti americani, abituati a una maggiore libertà di espressione.
Nonostante questo, il fenomeno rimane un interessante esperimento di convivenza digitale tra due culture profondamente diverse. Come osservato dall’analista tecnologica Ivy Yang, “questo scambio organico potrebbe avere un impatto duraturo”.
Per ora, il destino di TikTok e l’esito dell’ondata di utenti americani su RedNote restano incerti. Ma, di certo, l’interazione tra americani e cinesi sulle piattaforme digitali può contribuire a ridefinire, ancora una volta, le dinamiche del mondo dei social media.
Gli altri vincitori
Il divieto di TikTok negli Stati Uniti, comunque, non avvantaggia soltanto RedNote. Secondo una nuova analisi di eMarketer, Meta e Google sarebbero i principali beneficiari finanziari.
Sulla base di questa analisi, se TikTok venisse bandito, oltre la metà degli investimenti pubblicitari negli Stati Uniti ora destinati alla piattaforma si sposterebbe verso Meta e Google.
Dalla ricerca è emerso che Instagram e Facebook assorbirebbero rispettivamente il 22,2% e il 17,1% della spesa pubblicitaria proveniente dal social media cinese e riallocata sulle altre piattaforme, mentre YouTube – di proprietà di Google – otterrebbe circa il 10,7%.
Meta e YouTube, scrive il Financial Times citando i dati dell’agenzia GroupM, beneficerebbero di un aumento dei ricavi pubblicitari che, sommato fra le due aziende, ammonterebbe fra i 15 e i 20 miliardi di dollari.
E poi c’è Lemon8
RedNote non è l’unica applicazione cinese che sta guadagnando popolarità fra gli utenti statunitensi. Anche Lemon8, “sorella di TikTok”, si sta facendo strada in fretta tra gli americani.
Ma, essendo anch’essa fondata da ByteDance, potrebbe rischiare di essere analogamente soggetta al divieto previsto per TikTok.
In sostanza, questo possibile ban potrebbe riscrivere le regole del gioco.
Da una parte, piattaforme emergenti come RedNote e Lemon8 offrono nuove opportunità di scambio culturale, ma non risolvono il problema della potenziale interferenza cinese sul controllo dei dati. Dall’altra, colossi come Meta e Google consoliderebbero il loro dominio pubblicitario.
Senza dimenticare la possibilità, seppure remota, che la divisione statunitense di TikTok possa passare in mano americana.