Da circa un anno, OpenAI starebbe lavorando al rebranding che comprende la progettazione di un nuovo logo. Tuttavia, il logo proposto ha suscitato malcontenti interni, con i dipendenti preoccupati che l’immagine austera possa amplificare l’associazione dell’azienda con una visione distopica dell’intelligenza artificiale (AI). Inoltre, questa iniziativa va di pari passo con la nuova struttura di governance, orientata al profitto, sollevando timori tra gli esperti riguardo ai potenziali rischi per la sicurezza.
Il nuovo logo di OpenAI
Per il nuovo logo, OpenAI avrebbe assunto figure professionali provenienti dall’ambito creativo. La proposta sarebbe una grande “O” nera, un logo molto diverso dall’attuale esagono a forma di fiore, che però i dipendenti hanno bocciato perché amplificherebbe le narrazioni negative legate all’AI, suggerendo un design rigido, come qualcosa che “osserva tutto ciò che fai“. Al contrario, per OpenAI, il nuovo logo sarebbe il simbolo di “precisione, potenziale e ottimismo“.
L’ultra-minimalismo del nuovo logo di OpenAI è opera di Jony Ive, il rinomato designer che ha contribuito a creare molti dei prodotti più iconici di Apple, dall’iMac all’iPhone, essenziale nelle forme e immediatamente riconoscibile. Ive, che ha lasciato Apple interrompendo il contratto di consulenza con l’azienda nel luglio 2022, è quindi alla corte di Sam Altman.
Il New York Times ha confermato che Ive sta lavorando con Altman a un progetto hardware non ancora svelato, con un piccolo team di 10 persone, tra cui alcuni membri che hanno collaborato con Ive al design dell’iPhone. Anche se il team è di piccole dimensioni, il peso delle persone coinvolte e i finanziamenti del collettivo Emerson, l’azienda di Laurene Powell Jobs, potrebbero far sì che raggiunga lo status di unicorno (un valore di 1 miliardo di dollari) entro la fine dell’anno.
Un rebranding a 360°
Fonti interne hanno riferito al magazine statunitense Fortune, che il rebranding fa parte di una trasformazione radicale di OpenAI, che include un cambiamento nella struttura aziendale e un maggiore orientamento al profitto. Questo coincide con i piani recentemente annunciati dal CEO Sam Altman, che a giugno ha indicato ad alcuni azionisti che era in arrivo un cambiamento nella governance. OpenAI, che inizialmente era gestita da un sistema di supervisione no-profit per assicurare che le sue tecnologie fossero sviluppate in modo sicuro e responsabile, ora opererà sotto un modello di governance in cui il consiglio non avrà più il controllo sull’azienda profit-oriented.
Le preoccupazioni degli esperti
I critici dell’AI temono che l’azienda possa prioritizzare il profitto a scapito della sicurezza nello sviluppo delle sue tecnologie, sollevando crisi interne come accaduto nel 2023, quando il consiglio ha rimosso brevemente Altman a causa di quella che riteneva essere una sua deviazione dalla missione di sviluppare AI sicure sotto un’organizzazione no-profit.
Elon Musk, anche lui coinvolto nel settore dell’AI, ha addirittura intentato una causa contro Altman, accusandolo di raggiungere risultati potenzialmente pericolosi. Alcuni dipendenti di OpenAI hanno apertamente manifestato la loro preoccupazione che un’AI mal gestita o troppo potente potrebbe causare enormi danni, con diversi dirigenti della sicurezza, tra cui Ilya Sutskever e Jan Leike, che hanno lasciato l’azienda.