Splunk Inc., leader nella cybersecurity e nell’observability, in collaborazione con Oxford Economics, ha pubblicato il rapporto globale “The Hidden Costs of Downtime”, il quale rivela i costi diretti e occulti derivanti dai tempi di inattività inattesi, evidenziando l’impatto su profitti, reputazione e innovazione delle aziende Global 2000.
Costi e impatti dei tempi di inattività
Il costo totale dei tempi di inattività per le aziende Global 2000 è stato stimato in 400 miliardi di dollari all’anno, equivalente al 9% dei profitti. Questi tempi di inattività imprevisti non solo comportano costi finanziari immediati, ma influenzano anche il valore azionario, la reputazione del marchio, l’innovazione e la fiducia dei clienti.
Il rapporto identifica le principali cause dei tempi di inattività:
– Il 56% degli eventi è dovuto a problematiche legate alla sicurezza, come gli attacchi di phishing.
– Il restante 44% è causato da problemi di applicazioni, infrastrutturali o al software, con l’errore umano come causa principale in entrambi gli scenari.
Strategie per ridurre i tempi di disservizio
Esistono pratiche che possono contribuire a ridurre i tempi di disservizio e a minimizzare l’impatto dei costi diretti e occulti. Il rapporto evidenzia che un gruppo ristretto di aziende – il top 10% – è più resiliente rispetto alla maggior parte degli intervistati, con minori tempi di inattività e costi totali inferiori. Queste organizzazioni, considerate leader della resilienza, rappresentano un modello per il ripristino rapido grazie a strategie e caratteristiche distintive.
Ruolo dell’intelligenza artificiale generativa
Le aziende leader della resilienza hanno integrato le funzionalità di Intelligenza Artificiale Generativa negli strumenti esistenti a un tasso quattro volte superiore rispetto alle altre organizzazioni. Questo dimostra il ruolo cruciale dell’IA nella prevenzione e nella risoluzione dei tempi di inattività, migliorando la resilienza e garantendo un ripristino rapido.
Il rapporto a livello globale
A livello globale, il costo medio annuale dei tempi di inattività è più alto per le aziende statunitensi (256 milioni di dollari) rispetto alle controparti nel resto del mondo, a causa di diversi fattori, tra cui le politiche normative e le infrastrutture digitali. Il costo dei tempi di disservizio in Europa raggiunge i 198 milioni di dollari e i 187 milioni di dollari nella regione Asia-Pacifico (APAC).
In Europa, dove la supervisione della forza lavoro e la regolamentazione informatica sono più severe, le organizzazioni sostengono maggiori costi relativi agli straordinari (12 milioni di dollari) e per il ripristino dai backup (9 milioni di dollari).
Anche la velocità con cui un’organizzazione è in grado di riprendersi finanziariamente dopo l’incidente cambia in base all’area geografica. L’Europa e l’APAC registrano infatti i maggiori tempi di recupero, diversamente da aziende in Africa e Medio Oriente, che invece recuperano più velocemente.
Il commento di Gary Steele, President of Go-to-Market, Cisco & GM, Splunk
“L’interruzione del business è inevitabile. In caso di guasti imprevisti ai sistemi digitali, non solo vi sono perdite sostanziali in termini di entrate, ma vi è anche il rischio di incorrere in sanzioni normative, che causano, al contempo, la perdita di fiducia e la reputazione dei propri clienti”, ha dichiarato Gary Steele, President of Go-to-Market, Cisco & GM, Splunk. “Il modo in cui un’organizzazione reagisce, si adatta e si evolve a seguito delle interruzioni è ciò che la distingue come leader. Un elemento fondamentale per un’azienda resiliente è un approccio unificato alla sicurezza e all’observability per rilevare e risolvere rapidamente i problemi di tutto l’ambiente IT”.