Intesa Sanpaolo, primo gruppo bancario italiano e leader europeo nella finanza sostenibile, ha avviato un innovativo progetto di impresa in carcere presso la Casa Circondariale di Como. Promosso da Intesa Sanpaolo e ispirato da Don Gino Rigoldi, il progetto coinvolge il Provveditorato regionale e diverse aziende clienti della banca, sotto la guida di Anna Roscio, Direttore Sales & Marketing Imprese.
Obiettivi del progetto
L’iniziativa mira a favorire l’incontro tra imprese e detenuti formati presso un nuovo laboratorio all’interno del carcere. Questo modello di collaborazione tra pubblico e privato promuove il bene comune e coinvolge vari partner, tra cui Gruppo MekTech specializzato nella progettazione e costruzione di impianti robotizzati e Cooperativa Ozanam che supporta l’inserimento lavorativo di persone in difficoltà.
Formazione e riabilitazione
Undici detenuti avranno l’opportunità di specializzarsi nella realizzazione di quadri elettrici complessi, commissionati da MekTech. Il corso fornisce una formazione tecnica per il rilascio di un attestato di partecipazione come tecnico cablatore elettricista, facilitando il reinserimento professionale post-pena.
Ruolo di Intesa Sanpaolo
Intesa Sanpaolo, attraverso la Direzione Regionale e la Direzione Sales & Marketing Imprese della Divisione Banca dei Territori, ha sviluppato e promosso il progetto. L’iniziativa riflette l’impegno del gruppo nel sociale, sostenendo l’inclusione lavorativa e la riduzione delle disuguaglianze, pilastri del piano d’impresa voluto dal CEO Carlo Messina. Il progetto è stato reso possibile grazie al coinvolgimento di Intesa Sanpaolo per il Sociale, parte dell’area Chief Social Impact Officer guidata da Paolo Bonassi.
Infrastrutture e supporto
La Casa Circondariale di Como ha selezionato i detenuti partecipanti e ha coordinato la ristrutturazione del laboratorio, che si estende su 180 mq. Intesa Sanpaolo ha fornito il supporto necessario per la ristrutturazione e ha messo a disposizione attrezzature e strumentazioni tramite Intesa Sanpaolo Rent Foryou, gratuitamente per i primi due anni.
La vita nelle case circondariali
Secondo alcuni dati rilasciati dal Consiglio nazionale di economia e lavoro (CNEL) insieme al Ministero della Giustizia, sono oltre 60 mila le persone detenute nelle carceri italiane, 60 mila progetti di vita da raccogliere e ricostruire. Il 70% di loro cade nuovamente in errore, perdendo, dopo anni di reclusione, la possibilità di riscatto personale e di riabilitazione sociale. Sempre secondo le stime del CNEL il tasso di recidiva scende al 2% quando viene avviato un percorso formativo e lavorativo.
La professionalizzazione dei detenuti porta, oltre alla riduzione del tasso di recidiva, anche a minori oneri per la comunità, contribuendo al reintegro sociale, ad una minore saturazione delle carceri e a maggiore sicurezza del territorio.
In questo contesto si inserisce il progetto di impatto sociale presentato oggi alla Casa Circondariale di Como, un ponte tra il carcere e la società, con un programma che fa sistema tra pubblico e privato, porta lavoro e formazione in una logica di recupero delle persone, reintegro nella società, rispetto della dignità umana e offre mezzi ai detenuti per sostenere la propria famiglia.
I partecipati all’incontro
L’incontro di oggi ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, di Maria Milano Provveditore Regionale Lombardia, dell’AD di Mektech Gaetano Sauli, del Vicepresidente di Ozanam Edoardo Mazzucchelli e di Don Gino Rigoldi, storico cappellano del carcere minorile Beccaria nonché fondatore di Comunità Nuova, a lui è intitolata la Fondazione che aiuta i giovani in difficoltà a trovare lavoro e che ospita donne sole con figli, aprendo la prospettiva di una ampliamento del modello ad altri territori.
Con la piattaforma di raccolta fondi della banca For Funding, di cui ha beneficiato la stessa Casa Circondariale di Como, è stata possibile la realizzazione del Percorso Vita, una palestra costruita insieme ai detenuti nel più ampio progetto del Centro di Servizi per il Volontariato dell’Insubria per promuovere l’inclusione sociale e lavorativa.
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