Perplexity, Jessica Chan e l’arte di convincere che l’IA non è cattiva

Di il 06 Febbraio, 2025
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Guida da sola le relazioni dell'azienda con le testate giornalistiche e si è guadagnata la fiducia degli editori, nonostante la causa di News Corp alla società

Quando a dicembre le è stato chiesto se Perplexity assumerà altre persone per affiancarla nel suo lavoro, Jessica Chan ha risposto, per il momento, di no.

Chan guida da sola – per ora – le relazioni dell’azienda californiana, nota per il suo motore di ricerca basato sul suo chatbot di intelligenza artificiale, con i gruppi editoriali e le testate giornalistiche.

Un ruolo sempre più impegnativo, dato il numero crescente delle discussioni e degli accordi di Perplexity con i giornali.

A Sara Guaglione di Digiday, Chan ha detto che “non mi sorprenderebbe” se nei mesi iniziali del 2025 la sua società decidesse di assumere altro personale per supportarla nel suo lavoro.

La complessità del ruolo ricoperto da Chan, assunta da Perplexity a settembre dello scorso anno, è data dal rapporto sfaccettato e complesso fra le società di IA e l’industria dell’informazione.

Da un lato, c’è chi mostra un’apertura maggiore a partnership di varia natura – fra i tanti, Axios, il Time, il Financial Times, e il gruppo editoriale italiano Gedi. Dall’altro, sono in corso processi, come quello, ormai famoso, del New York Times contro OpenAI, accusata di violazione di copyright e di essere sostituita come fonte di informazione al quotidiano.

Perplexity deve gestire situazioni contrastanti. Lo stesso New York Times ha inviato lo scorso ottobre una lettera di diffida all’azienda di Chan, intimando di smettere di utilizzare senza permesso i contenuti del giornale.

Nello stesso mese, Dow Jones, parte di News Corp, il gruppo editoriale di Rupert Murdoch, ha fatto causa a Perplexity per l’uso improprio degli articoli di due suoi giornali, il Wall Street Journal e il New York Post.

Perplexity ai foto free FMT

Immagine: FMT.

Una donna sola al comando

Chan lavora per convincere le testate del rapporto privilegiato che Perplexity dice di voler avere con i grandi dell’informazione.

Un manager di un gruppo editoriale, intervistato in forma anonima da Digiday, ha sottolineato “l’energia positiva e la volontà di trovare un modo per collaborare” di Chan, oltre alla sua trasparenza nei rapporti.

A proposito del procedimento in corso tra Perplexity e News Corp, Chan ha detto che si tratta di un argomento tirato in ballo dalle testate durante i colloqui con l’azienda. Per questo, “lo abbiamo affrontato pubblicamente”.

Per convincere i giornali, la società punta su un modello di maggiore condivisione dei ricavi. “Man mano che ci espandiamo, anche le entrate pubblicitarie cresceranno”, ha sottolineato la manager. “Molte altre piattaforme hanno già dichiarato che non intendono fare lo stesso”.

Ma, oltre alla strategia, per una realtà in crescita e non ancora paragonabile ai grandi del settore conta il rapporto interpersonale, uno dei punti forti della dirigente.

Chan, prima di sbarcare a Perplexity, ha lavorato per quasi nove anni allo sviluppo delle strategie per i contenuti di LinkedIn, dove si è occupata delle collaborazioni con gli editori e ha conosciuto in modo approfondito i maggiori nomi dell’informazione.

Nel 2021 è poi passata a Meta, dove si è occupata delle partnership per l’implementazione delle app di messaggistica – WhatsApp, Messenger e Instagram Direct.

“Stiamo lavorando a un ritmo così veloce che non posso permettermi di fare scommesse sulle assunzioni”, ha detto Dmitry Shevelenko, Chief business officer di Perplexity, a Digiday.

Chan, ha aggiunto, “era in cima alla lista”.

Sono state tre caratteristiche a convincere la società che si trattasse del profilo giusto, ha spiegato Shevelenko.

L’esperienza in una startup agli inizi, Pulse News, dove è importante sapersi muovere e farsi notare, il fatto di aver ricoperto ruoli di responsabilità in grandi aziende e la conoscenza approfondita dei vari passi necessari per guidare e concludere accordi con gli editori.

Per un’azienda che vuole farsi portabandiera del lato migliore del rapporto fra IA e giornali nonostante una causa in corso con uno dei più importanti gruppi editoriali al mondo, queste tre caratteristiche serviranno.

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