Hamza Howidy, ex abitante di Gaza e vittima di persecuzioni da parte di Hamas, ha fortemente criticato, su Newsweek, i media internazionali e le organizzazioni per i diritti umani per il loro trattamento delle notizie relative ai crimini commessi da Hamas, sia contro israeliani che palestinesi nella Striscia di Gaza.
Secondo Howidy, i media occidentali e arabi, così come le organizzazioni internazionali, spesso ritraggono Hamas come un legittimo “movimento di resistenza”, ignorando o minimizzando le gravi violazioni dei diritti umani che il gruppo perpetra contro il proprio popolo. Questa narrazione, sostiene Howidy, omette intenzionalmente i racconti di brutalità e repressione che gli stessi abitanti di Gaza hanno coraggiosamente condiviso sui social media, inclusi video che mostrano le loro proteste contro il governo oppressivo di Hamas.
Le atrocità di Hamas non si limitano alla persecuzione di oppositori politici o alla censura di voci dissenzienti. L’articolo cita esempi specifici di violenza estrema, come l’assassinio di un leader di una tribù e due membri del suo clan, nonché la decapitazione del capo di un altro clan nel nord di Gaza, con minacce pubbliche di morte contro chiunque si opponga a loro o collabori con Israele.
Un controllo generato dalla narrazione distorta di Hamas
Howidy lamenta che queste informazioni siano spesso ignorate dai media che hanno accesso diretto alla Striscia di Gaza, come la rete Al Jazeera, che nonostante la sua presenza significativa nella regione, non riferisce di tali crimini. Un silenzio mediatico che contribuisce a perpetuare il controllo di Hamas su Gaza, soffocando qualsiasi forma di opposizione e dipingendo falsamente tutti i suoi abitanti come sostenitori del regime.
Un controllo quindi generato dalla narrazione distorta di Hamas. Howidy invita a una riflessione critica sull’impatto devastante di un giornalismo parziale, che non solo fallisce nel suo dovere ma alimenta ulteriormente il ciclo di violenza e sofferenza.
