Olimpiadi, guerre in corso, elezioni imminenti: i mesi estivi hanno mantenuto intenso il ciclo di notizie, costringendo gli esperti della comunicazione a rimanere collegati al computer. Se da una parte la diffusione dello smartworking ha reso possibile lavorare da remoto, dall’altra ha ulteriormente sfumato il confine tra vita privata e vita lavorativa. Questa piena operatività ha reso impossibile per i comunicatori prendersi una vera pausa.
I dati sulle ferie dei comunicatori
MuckRack ha condotto un sondaggio sulle ferie dei comunicatori, coinvolgendo oltre 600 professionisti delle pubbliche relazioni tra il 22 luglio e il 5 agosto. Lo studio ha rivelato che in media, i comunicatori utilizzano solo il 72% del tempo di riposo a loro disposizione. Sebbene in media, il totale di giorni concessi sia di 19 all’anno, in realtà ne vengono sfruttati poco meno di 14.
Per i comunicatori il lavoro non si ferma mai
Anche quando i professionisti di un settore dinamico e iper-connesso come quello della comunicazione riescono a prendersi qualche giorno di vacanza, raramente staccano completamente la spina. Circa il 90% degli intervistati ha dichiarato di essere stato contattato almeno una volta durante il periodo di ferie, e quasi la metà più di tre volte solo quest’anno.
Come invertire il trend
Nick Propper, CEO di Impact Human Performance, sottolinea che l’equilibrio tra lavoro e vita privata deve essere promosso innanzitutto dai vertici aziendali. Se i leader non si prendono delle vere pause, i dipendenti seguiranno il loro esempio, pensando che per avere successo sia necessario rimanere connessi anche durante le vacanze. Per questo motivo è fondamentale che il top management rispetti i momenti di pausa favorendo una cultura lavorativa più sana e sostenibile.
Per le agenzie di PR la disconnessione è un tasto dolente
Il problema è particolarmente sentito nelle agenzie di PR e nelle società di comunicazione strategica. In molte di queste realtà, infatti, l’aspettativa è che ogni ora lavorativa sia dedicata a qualcosa di fatturabile, generando una costante pressione per raggiungere gli obiettivi di fatturato e alimentando il lavoro fuori orario.
Provvedimenti governativi: le leggi sulla disconnessione
La difficoltà di disconnettersi dal lavoro è un problema crescente, tanto che in diverse parti del mondo, tra cui Europa, Sud America e Australia, sono state introdotte le cosiddette “leggi sulla disconnessione”. Si tratta di normative che mirano a proteggere i dipendenti, impedendo ai datori di lavoro di contattarli al di fuori dell’orario di lavoro. In Australia, ad esempio, i datori di lavoro possono essere multati fino a 13.000 dollari per aver contattato i dipendenti fuori orario lavorativo.