Open AI addestrerà i modelli di intelligenza artificiale (anche) con gli articoli del Financial Times

Di il 29 Aprile, 2024
L’accordo permette a OpenAI di utilizzare gli archivi del Financial Times per migliorare la qualità e l'affidabilità dei suoi modelli di intelligenza artificiale

Il Financial Times (FT) ha siglato un accordo di licenza con OpenAI, la start-up sostenuta da Microsoft che sta rivoluzionando il campo dell’intelligenza artificiale. Accordo mirato a utilizzare i contenuti archiviati del quotidiano finanziario per addestrare gli avanzati modelli di OpenAI, segnando un ulteriore passo avanti nella sinergia tra media tradizionali e tecnologie emergenti.

L’accordo permetterà a OpenAI di accedere ai vasti archivi del FT per migliorare la generazione di testo, immagini e codice tramite intelligenza artificiale. Inoltre, ChatGPT, il noto prodotto di OpenAI, potrà rispondere alle domande degli utenti fornendo brevi riassunti degli articoli del FT, completi di link diretti a FT.com. L’iniziativa promette di rendere il giornalismo di qualità accessibile a oltre 100 milioni di utenti globali di ChatGPT, incentivando al tempo stesso il ritorno al materiale originale per una lettura approfondita.

“A parte i benefici per il FT, ci sono implicazioni più ampie per il settore – ha dichiarato il CEO del FT, John Ridding -. È giusto, ovviamente, che le piattaforme di intelligenza artificiale paghino gli editori per l’uso del loro materiale. OpenAI comprende l’importanza della trasparenza, dell’attribuzione e della compensazione, tutti fattori essenziali per noi. Allo stesso tempo, è chiaramente nell’interesse degli utenti che questi prodotti contengano fonti affidabili”.

Brad Lightcap, COO di OpenAI, non ha nascosto l’entusiasmo per la partnership: “Stiamo esplorando insieme al Financial Times modi creativi e produttivi per utilizzare l’AI a supporto dei gruppi editoriali, arricchendo l’esperienza di ChatGPT con contenuti di alto livello giornalistico disponibili in tempo reale per milioni di persone in tutto il mondo.”

Si tratta del quinto accordo di questa tipologia per OpenAI nell’ultimo anno, dimostrando un trend crescente di collaborazioni tra le nuove realtà dell’AI e le grandi gruppi editoriali, come gli accordi precedenti con Associated Press, Axel Springer, Le Monde e Prisa Media. I dettagli finanziari degli accordi non sono stati divulgati, ma si prevede che Axel Springer guadagnerà decine di milioni di euro all’anno consentendo a OpenAI di accedere ai contenuti delle sue testate come Bild, Politico e Business Insider.

Dall’altro lato, in controtendenza, il New York Times ha citato in giudizio OpenAI e Microsoft per l’uso non autorizzato di contenuti, evidenziando la complessità e le sfide emergenti in questo nuovo panorama digitale.

E questo nonostante nell’ultimo anno, colossi dell’AI come OpenAI e Google hanno organizzato incontri con i vertici di importanti gruppi editoriali (tra cui il quotidiano newyorkese) per discutere l’uso dei loro contenuti nei prodotti AI. Da questi incontri sono emerse importanti trattative con diversi protagonisti del settore, tra cui Robert Thomson di News Corp e Steve Hasker di Thomson Reuters.

È interessante notare che Google, nonostante il suo chatbot Gemini, non ha ancora finalizzato accordi simili.

Devi essere loggato per lasciare un commento.