La tecnologia sta ridefinendo sempre più i confini tra realtà e finzione. Un esempio emblematico di questa trasformazione è la storia di Olga Loiek, una studentessa ucraina dell’Università della Pennsylvania, il cui volto è stato rubato per creare “Natasha”, una figura virtuale usata per promuovere propaganda politica su piattaforme social cinesi.
La creazione di Natasha
“Natasha” appare come una giovane russa affascinante che parla fluentemente il mandarino. Nei suoi video, dichiara il suo amore per la Cina e il desiderio di vivere lì per sempre, sposando un uomo cinese. Questi video hanno guadagnato popolarità su Douyin (l’equivalente cinese di TikTok), Bilibili e Xiaohongshu, dove Natasha non solo promuove dolciumi russi, ma diffonde anche messaggi politici legati alla guerra in Ucraina.
Dietro le quinte: la vera Olga Loiek
Dietro il volto di Natasha, però, si cela Olga Loiek, una giovane ucraina emigrata negli Stati Uniti per studiare scienze cognitive. Olga ha scoperto il furto della sua immagine dopo che amici e conoscenti hanno iniziato a segnalarle di averla vista sui social cinesi. Le sue ricerche hanno rivelato che il suo volto era stato usato in numerosi profili falsi, con nomi diversi come Yelena e Anna, ma tutti con lo stesso scopo di esaltare la cultura e la politica cinese. Questo fenomeno è reso possibile dai progressi dell’intelligenza artificiale, in particolare dalla tecnologia dei deepfake, che permette di creare video realistici manipolando immagini e suoni.
L’indignazione di Olga
In un’intervista a Voice of America, Olga ha espresso la sua indignazione per l’uso improprio della sua immagine, soprattutto perché è stata usata per fare propaganda pro-Russia, nonostante lei sia ucraina e contraria a tale alleanza. La vicenda ha sollevato ulteriormente importanti questioni etiche e legali riguardo all’uso dei deepfake e alla manipolazione delle informazioni. Nel 2023, il Dipartimento di Stato americano ha avvertito del pericolo rappresentato dall’uso dell’intelligenza artificiale per influenzare l’opinione pubblica e le decisioni politiche. Ma la storia di Olga Loiek oggi mette in luce la necessità che società e governi collaborino per proteggere i diritti individuali e garantire l’integrità delle informazioni.