Niente più leoni da tastiera. L’app Sez Us penalizza gli hater

Di il 29 Marzo, 2025
Nata dall'idea del cofondatore Yevgeny Simkin, cresciuto nella Russia sovietica prima di emigrare in Canada, la piattaforma promuove un dialogo civile incentrato sulla libertà di espressione e banna chi usa toni aggressivi o discriminatori

Gli hater, ovvero coloro che esprimono sentimenti negativi, spesso aggressivi, verso altre persone o gruppi, sono molto influenti sui social media. E crescono continuamente.

Secondo l’ultimo rapporto dell’intolleranza redatto da Vox Osservatorio italiano sui diritti, su X nel 2023 erano il 93% i post negativi, contro il 69% dell’anno prima, soprattutto diretti contro le donne (43,21%), le persone con disabilità (33,95%) e gli omosessuali (8,78%).

Questi soggetti si nascondono dietro ad hashtag, in apparenza sono neutri ma capaci di evocare, in chi condivide le loro idee, sentimenti di odio e rabbia. Per dare un freno a queste tendenze negative e aggressive ha preso vita Sez Us, una nuova app che punisce gli hater sui social.

Come funziona Sez Us

Lanciata dallo stratega politico americano democratico Joe Trippi, l’app è nata con l’intento di riformare le dinamiche del web, respingendo il rage-bait: i post creati per provocare indignazione, discussioni e liti sulle varie piattaforme.

Sez Us consente agli utenti di valutare i post di altri users in base ad approvazione, influenza, perspicacia, pertinenza e cortesia.

L’idea dell’app è quella di promuovere un discorso civile e costruttivo tra i suoi iscritti, evitando così discorsi che incitano all’odio, discussioni e litigi per questioni futili.

E lo fa in un momento cruciale per l’America del presidente Donald Trump.

Che sia un antitesi di X forse è ancora presto per dirlo, ma “se si ripristinano responsabilità, proprietà e reputazione, all’improvviso tutti gli incentivi che abbiamo nel mondo reale tornano”, ha dichiarato Yevgeny Simkin, co-fondatore e Chief Product Officer di Sez Us, come si legge su Wired.

Yevgeny Simkin. Foto: DLD Speaker.

Hater in punizione

Invece di premiare e far circolare post aggressivi, Sez Us utilizza quello che i suoi creatori chiamano un “motore di reputazione”. In particolare, si tratta di una funzionalità che consente di valutare i post di un altro utente.

Sull’app, le valutazioni determinano il punteggio di reputazione di un utente e la visibilità complessiva. Più alto è il punteggio, maggiore è la portata che si ha nella community. Viceversa, gli utenti con punteggio basso vengono penalizzati perché hanno meno influenza.

Tutti i post sono visibili su Sez Us, ma si può impedire agli utenti di rispondere, ad esempio, se non hanno ottenuto valutazioni di approvazione elevate.

Per il cofondatore dell’app e il suo team è importante tornare a un dibattito costruttivo online. “Ho una visione particolare della libertà di espressione e della libertà di libertà perché so cosa significa non avere né l’una né l’altra”, si legge sempre su Wired.

Foto: Pexels.

Dietro Sez Us

Cresciuto nella Russia sovietica prima di emigrare in Canada, Simkin prima di Sez Us ha dato vita a Samizdat Online, una piattaforma anti-censura che consente ai cittadini delle società totalitarie di leggere le notizie da fonti vietate senza paura di essere tracciati e perseguitati.

Sez Us, sempre a detta della società, non acquisirebbe i dati degli utenti grazie a un protocollo di social network decentralizzato, che consente agli users di spostare i propri asset e contenuti tra le piattaforme.

Al momento, la piattaforma conta 10.000 utenti attivi.

Se questo numero crescerà è ancora tutto da vedere, mentre è noto che già Bluesky ha provato a posizionarsi in questa nicchia, garantendo agli utenti la possibilità di scegliere le proprie regole di moderazione in base ai server con cui interagiscono.

Il caso Bluesky

Su Bluesky, nato nel 2021 da un gruppo di sviluppatori statunitensi, molti dei quali erano degli ex dipendenti di X delusi dalle politiche seguite della piattaforma, alcuni server hanno regole più rigide, altri più permissive e la community può scegliere di partecipare a uno o più server che adottano le politiche preferite.

Inoltre, Bluesky permette anche di applicare filtri sui contenuti che si vedono, come parole chiave o utenti specifici.

Se un iscritto volesse può, quindi, bloccare o silenziare alcune parole, hashtag o persone specifiche, personalizzando il flusso a suo piacimento. Stessa cosa che accade anche con Sez Us, dove gli utenti possono scegliere chi e quali contenuti vogliono vedere o evitare.

È un futuro tutto in divenire, quindi, quello che attende queste piattaforme che respingono i leoni da tastiera in favore della moderazione e del rispetto altrui. Per sapere che cosa ne sarà non resta che attendere.

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Chiara Buratti muove i suoi primi passi nel mondo del giornalismo nel 2011 al "Tirreno" di Viareggio. Nel 2012 si laurea in Comunicazione Pubblica e nel 2014 consegue il Master in Giornalismo. Dopo varie esperienze, anche all'estero (El Periódico, redazione Internazionali - Barcellona), dal 2016 è giornalista professionista. Lavora nel web/nuovi media e sulla carta stampata (Corriere della Sera - 7, StartupItalia). Ha lavorato in TV con emittenti nazionali anche come videoeditor e videomaker (Mediaset - Rete4 e Canale 5, Ricicla.tv).