Meta oscura i media per utilizzare i loro contenuti

Di il 22 Maggio, 2024
Meta AI, che riassume gli articoli delle testate, rappresenta l’ennesima sfida agli editori

Una delle ultime iniziative di Meta – proprietaria di Facebook, Instagram, Whatsapp e Threads – si chiama Meta AI, ed è un chatbot progettato (anche) per riassumere notizie direttamente all’interno delle sue piattaforme, senza che gli utenti debbano lasciare l’ecosistema Meta per cercare informazioni. Meta AI è già attivo in più di una dozzina di paesi, tra cui Stati Uniti e Canada, e non esiste modo di disabilitarlo nella ricerca, nonostante il chatbot stesso affermi il contrario.

Meta AI, l’ennesima sfida agli editori

Il chatbot, lanciato tra le numerose controversie in nazioni come il Canada dove i link alle notizie sono stati rimossi dalle piattaforme Meta, opera in un modo che molti considerano l’ennesima sfida agli editori. Utilizzando Llama 3, un LLM (large language model), il chatbot attinge informazioni dagli articoli disponibili sul web, generando riassunti senza citare direttamente le fonti giornalistiche nell’interfaccia dell’utente. L’utente deve cliccare su un pulsante aggiuntivo per vedere i link alle fonti esterne, un metodo che Meta afferma di migliorare continuamente.

In una serie di test, è emerso che Meta AI riproduce spesso contenuti quasi identici agli articoli di note testate, sollevando dubbi circa il “fair use” dei contenuti prodotti dai media. Contesto molto simile che ha portato il New York Times e altre realtà editoriali a procedere per vie legali contro OpenAI. 

Inoltre, oltre a riassumere le notizie, Meta AI offre una vasta gamma di servizi interattivi, dalle illustrazioni ai giochi, dimostrando l’ampiezza e la versatilità degli strumenti AI moderni. 

Il rapporto tra Meta e l’industria dei media

Il rapporto tra Meta e l’industria dei media è da tempo complesso e spesso conflittuale. La decisione di rimuovere la sezione Notizie da Facebook in diversi paesi e il fatto che “le persone non vengono su Facebook per notizie e contenuti politici” hanno ridotto significativamente il traffico verso le testate giornalistiche, un effetto che potrebbe aggravarsi con la diffusione dell’uso di chatbot come Meta AI. A febbraio, inoltre, la società guidata da Mark Zuckerberg ha dichiarato che non avrebbe raccomandato in modo proattivo contenuti politici su Threads e Instagram.

Emily Bell, professoressa presso il Tow Center for Digital Journalism della Columbia University, non ha nascosto le sue preoccupazioni: “Si tratta di piattaforme che fanno quello che fanno le piattaforme, ossia cercare di ottimizzare il tempo trascorso e i dati raccolti. Non hanno molto interesse o preoccupazione per ciò che accade alle testate giornalistiche o ai giornalisti”.

I limiti di Meta AI

Il chatbot di Meta AI presenta dei limiti nella gestione delle notizie protette da paywall, non potendo accedere a contenuti che richiedono un abbonamento. Se gli utenti inseriscono un link diretto a un articolo protetto da paywall chiedendo un riassunto, il sistema elaborerà un riepilogo basato su informazioni alternative disponibili liberamente online, senza indicare l’impossibilità di accedere al testo originale.

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