La missione a Pechino della Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, è diventata terreno fertile per la propaganda cinese, che prova a mascherare le tensioni nascoste nelle relazioni sino-italiane.
La visita di Meloni, prevista dal 28 al 31 luglio secondo il sito del governo italiano, è stata anticipatamente celebrata dai media cinesi come un evento di cinque giorni, iniziando già dal 27 luglio. Una discrepanza temporale che non è passata inosservata e sembra riflettere un tentativo di Pechino di enfatizzare l’importanza della visita, magari per suggerire una riconciliazione dopo l’uscita dell’Italia dalla Via della Seta (Belt and Road Initiative).
In realtà, il viaggio della premier italiana, previsto già da tempo, ha uno sfondo totalmente diplomatico, che sembrerebbe aver poco a che fare con la Via della Seta.
La stampa cinese
Il Global Times, un quotidiano in lingua inglese gestito dal Partito Comunista Cinese, ha dato voce e spazio a diversi personaggi pubblici per dare credito a questa narrazione, da Zhao Junjie, ricercatore dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, alla portavoce del ministero degli esteri cinese, Mao Ning.
Anche il sito della Phoenix TV allude a obiettivi più strategici: Meloni sarebbe in Cina non solo per questioni diplomatiche ma anche per promuovere l’ingresso delle aziende automobilistiche cinesi in Italia, con un occhio ai dazi europei sull’auto cinese. Se le trattative dovessero andare a buon fine, sempre secondo il sito della Phoenix TV, la Cina potrebbe avviare una produzione significativa di veicoli elettrici all’interno dell’Unione europea, attraverso un piano che inizierebbe dall’Ungheria per poi espandersi in Italia.