
Negli scorsi giorni, Manus AI, una nuova piattaforma di intelligenza artificiale cinese, si è presa la scena, dopo il clamore suscitato dal lancio del modello R1 della connazionale DeepSeek.
La seconda novità da Oriente, sviluppata dalla startup cinese Butterfly Effect, sarebbe capace di svolgere operazioni complesse e pratiche in maniera autonoma, senza l’intervento umano, scrive Repubblica. È quella che si definisce un IA generale.
Il cofondatore e capo dell’area scientifica di Manus, Yichao Ji, ha ribadito che l’assistente è “davvero autonomo”.
Alcuni esempi di quello che l’IA sarebbe in grado di fare sono presenti sul suo sito e si tratta di azioni molto complicate: acquistare immobili, programmare videogiochi, creare un business model per un’azienda di B2B.
A oggi, Manus, che segue un approccio open-source, ha rilasciato soltanto una versione beta a cui si può avere accesso su invito, da richiedere direttamente alla società.
Alcuni degli esperti che l’hanno provata hanno confermato le prestazioni e il potenziale di Manus.
Il fondatore di Twitter Jack Dorsey l’ha definita “eccellente”, mentre Victor Mustar, Head of product di Hugging Face – tra le maggiori società attive nell’ambito dell’intelligenza artificiale – ha scritto che “Manus è lo strumento di IA più straordinario che abbia provato”.
Got access and it’s true… Manus is the most impressive AI tool I’ve ever tried.
– The agentic capabilities are mind-blowing, redefining what’s possible.
– The UX is what so many others promised… but this time it just works.prompt: “code a threejs game where you control a… pic.twitter.com/rUD2XV4ZVK
— Victor M (@victormustar) March 8, 2025
Quali paragoni
Per alcuni esperti, come l’autore della newsletter The Rundown AI, Rowan Cheung, l’avvento di Manus è paragonabile allo scossone provocato da DeepSeek lo scorso gennaio.
Ma, per una folta schiera di tecnici e accademici, l’entusiasmo verso Manus sembra essere – per ora – eccessivo.
Il professore di ingegneria elettronica e informatica della Duke University, Yiran Chen, riporta Fortune, ha definito la piattaforma come “un prodotto a metà” che spera di “essere il primo sul mercato per attrarre investitori, nonostante il prodotto non sia ancora completamente sviluppato”.
A oggi, Butterfly Effect, guidata dall’amministratore delegato Xiao Hong, cofondatore della stessa Manus, ha raccolto oltre 10 milioni di dollari in finanziamenti ed è in cerca di 20 nuovi dipendenti.
I problemi più frequenti riscontrati da chi ha provato Manus – sottolineano TechCrunch e la stessa Fortune – sono la lentezza nelle risposte, i messaggi di errore che impediscono di portare a termine le richieste e, a volte, gli svarioni nel rispondere alle domande degli utenti, senza citare le sue fonti o cercarne di attendibili online.
In più, la piattaforma non è sviluppata da zero, ma utilizza e ottimizza vari modelli già esistenti, come Claude di Anthropic e Qwen di Alibaba.
A oggi, esistono due modalità di ricerca su Manus, una standard e una che prevede sforzo e prestazione più elevati. In questo secondo caso, la risposta dell’IA cinese impiega più tempo ad arrivare.
Nonostante i suoi limiti e i pareri discordi, sembra comunque esserci un consenso più diffuso sul fatto che la nuova piattaforma abbia le carte in regola per far parlare di sé in futuro.