Lo spot di Google Gemini alle Olimpiadi di Parigi non piace a nessuno

Di il 30 Luglio, 2024
Fa discutere lo spot di Google, partner del Team USA ai Giochi di Parigi, che mostra come la tecnologia, e in particolare l’intelligenza artificiale, può avvicinare le persone ai loro sogni

Nei giorni delle Olimpiadi è stata trasmessa sulle emittenti USA la pubblicità di Google intitolata “Dear Sydney”. Uno spot che ruota attorno alla storia di un padre che cerca di aiutare sua figlia, una giovane atleta delle elementari, a scrivere una lettera alla campionessa olimpica Sydney McLaughlin-Levrone, detentrice del record mondiale nei 400 metri a ostacoli. Il padre esprime il desiderio della figlia, ma ammette: “Vuole esprimere un po’ di amore a Sydney e io sono abbastanza bravo con le parole, ma deve essere fatto nel modo giusto”.

Il padre decide quindi di interpellare l’intelligenza artificiale di Google, Gemini, per avere assistenza nella stesura della lettera. Chiede all’AI di aiutare sua figlia a esprimere quanto Sydney sia una fonte di ispirazione e a manifestare il suo sogno di battere un giorno il record mondiale di Sydney. La risposta non è piaciuta a nessuno.

La pubblicità che ha suscitato indignazione

Perché un padre, che si considera “abbastanza bravo con le parole”, avrebbe bisogno dell’AI per scrivere un messaggio sincero? Non sono proprio questi i momenti che definiscono la genitorialità e l’interazione autentica tra genitori e figli? Delegare compiti di scrittura all’intelligenza artificiale potrebbe non solo indebolire l’autenticità del messaggio, ma anche suggerire che è accettabile lasciare che la tecnologia esprima sentimenti al posto nostro. L’intera campagna sembra andare contro lo spirito di celebrazione dei successi delle Olimpiadi.

La pubblicità ha quindi suscitato una reazione negativa, con molti spettatori che hanno criticato l’annuncio trasmesso durante il prime time. Shelly Palmer, professoressa di media alla Syracuse University, ha dichiarato: “Rifiuto categoricamente il futuro che Google sta pubblicizzando. Voglio vivere in un mondo culturale diversificato in cui miliardi di persone usano l’intelligenza artificiale per amplificare le proprie capacità umane, non in un mondo in cui siamo usati dall’intelligenza artificiale che finge di essere umana.

Anche lo stratega del marchio Michael Miraflor ha notato delle somiglianze con lo spot dell’iPad di Apple di maggio, anch’esso criticato. “Entrambi danno la sensazione che qualcosa non vada”, ha scritto Miraflor.

Infine, il canale YouTube di Google (proprietaria della piattaforma) ha disattivato i commenti sulla pubblicità, probabilmente per evitare il dissenso sul tono e sulle idee presentate nell’annuncio.

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