L’informazione non è intrattenimento, repetita iuvant

Di il 02 Giugno, 2024
L’informazione non è intrattenimento, repetita iuvant
Consigli per resistere alla tentazione di ridurre l'informazione a mero intrattenimento

Immaginiamo Internet come un oceano con forti correnti. I nostri feed sui social media agiscono come cicloni che trascinano gli utenti velocemente da una parte all’altra, spinti dalla potenza degli algoritmi. In questo oceano, le boe per orientarsi sono sempre più rare: critici e giornalisti esperti, un tempo custodi del sapere, stanno lasciando il posto a figure meno affidabili, spesso guidate più da logiche commerciali che da un reale desiderio di informare. Ad agitare ancor di più le acque l’ascesa dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale e di algoritmi che personalizzano l’esperienza dell’utente fino a un punto di potenziale distorsione informativa.

In questa grande tempesta, la necessità di nuove “guide umane” – content creator, influencer – emerge come un faro nella nebbia. I nuovi comandanti del web selezionano e condividono contenuti con una certa maestria, cercando di restituire un contesto a ciò che altrimenti rimarrebbe un cumulo caotico di informazioni. La loro bussola, l’intrattenimento.

L’informazione post-social

Torno con i piedi sulla terraferma per ribadire un messaggio a me tanto caro: dobbiamo resistere alla tentazione di ridurre l’informazione a mero intrattenimento. L’informazione deve servire al pubblico, illuminando e arricchendo, non semplicemente intrattenendo. È qui che entra in gioco il concetto di “informazione post-social”, un ritorno alle radici dell’informazione tradizionale e digitale dove la verità e la chiarezza sono priorità indiscusse, non secondarie all’engagement.

La trasformazione digitale è cominciata da oltre vent’anni, ma oggi più di ieri la distinzione tra intrattenimento e informazione si sta assottigliando pericolosamente. La proliferazione dei social media e l’ascesa degli influencer hanno introdotto nuovi modi di comunicare e di connettersi. E mentre gli influencer possono svolgere un ruolo significativo nel creare e modellare le tendenze, è essenziale ricordare che l’informazione ha un peso e una funzione ben diversi.

L’informazione non è un mero passatempo, è il pilastro su cui si regge la nostra democrazia. È attraverso informazioni accurate e ben contestualizzate che i cittadini possono prendere decisioni informate. Il rischio che corriamo oggi è di vedere l’informazione degradata a puro contenuto di consumo, ridotta a uno degli innumerevoli contenuti di intrattenimento che occupano le nostre giornate.

In un mondo ideale, l’informazione post-social vedrebbe i media digitali e tradizionali come custodi di un patrimonio informativo che deve essere preservato e arricchito. Questi media dovrebbero essere visti non solo come veicoli di notizie, ma come istituzioni fondamentali per il sostegno di una società democratica informata e consapevole. Per questo, è essenziale sostenere piattaforme e iniziative che si impegnano a mantenere standard elevati di credibilità e che si distaccano dalla logica dell’audience a ogni costo.

Riconnettere i cittadini con una informazione di qualità

Gli influencer e i content creator possono contribuire positivamente a questo ecosistema, fungendo da catalizzatori di interesse verso argomenti rilevanti e promuovendo il dibattito pubblico. Ma il loro ruolo dovrebbe integrarsi e non sostituire quello dei giornalisti professionisti e degli esperti, i quali sono formati per navigare il complesso paesaggio dell’informazione con un occhio critico.

L’informazione post-social non può e non deve essere solo un ideale, è una necessità se vogliamo mantenere le fondamenta della nostra società democratica robuste e salde. È tempo di riconnettere i cittadini con una informazione di qualità, dove l’attendibilità e la precisione prevalgono su qualsiasi altra considerazione.

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