L’impatto di DeepSeek sul giornalismo, per ora

Di il 15 Febbraio, 2025
deepseek fmt free
La società cinese ha ravvivato la competizione per il primato sull'intelligenza artificiale e potrebbe spingere gli Stati Uniti a un approccio morbido sul copyright

Il rilascio del modello R1 di DeepSeek è stata una doccia fredda per le aziende statunitensi di intelligenza artificiale, che si sono trovate a fare i conti con un competitor che, a detta sua, avrebbe speso solo sei milioni di dollari per raggiungere il proprio livello di prestazioni. È probabile che l’avvento della società cinese influenzi anche il rapporto fra IA e giornalismo.

Lo evidenzia Press Gazette, affermando che Washington probabilmente non vorrà penalizzare le proprie aziende in una competizione che si sta rivelando più serrata del previsto.

È quindi plausibile pensare che i legislatori e il governo americani cercheranno di non porre regole troppo stringenti sul copyright, che possano rallentare l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale.

I gruppi editoriali risulterebbero penalizzati nel rapporto con le società di IA, che oggi alterna collaborazioni di vario tipo – da accordi di licenza a partnership per lo sviluppo di funzioni all’intento dei siti di informazione, fino a finanziamenti diretti alle redazioni.

In più, l’avvento di DeepSeek potrebbe segnare un cambio di passo nello sviluppo dell’IA generativa, che diventerebbe una tecnologia sempre più a basso costo.

Questo contribuirebbe ad accrescere la competitività e, di conseguenza, aumenterebbero le richieste – e dunque il valore – dei contenuti giornalistici per allenare i modelli di IA.

Håkan Dahlström Photography Reuters London Canary Wharf free Flickr

La sede di Reuters a Canary Wharf, a Londra. Foto: Flickr.

Valore reale

Di recente, Reuters ha vinto una causa contro Ross Intelligence, una startup di IA – oggi chiusa – per lo sfruttamento illegale dei suoi articoli.

Tuttavia, questo esito potrebbe rappresentare un’eccezione.

Secondo Press Gazette, gli accordi fra i gruppi editoriali e le aziende di intelligenza artificiale “quasi certamente sottovalutano” il valore dei contenuti giornalistici.

La crescita di realtà come DeepSeek e la competizione sempre più serrata fra Stati Uniti e Cina per lo sviluppo dell’IA, scrive la rivista, dovrebbero convincere le testate a costruire modelli di business che non facciano affidamento soltanto sulle entrate portare dalle società di IA.

“Chiudere accordi con le aziende di IA è una scelta pratica. Ma non è qualcosa su cui si possa fare affidamento”, ha detto a Mediatrends Charlie Beckett, direttore di Polis, centro di ricerca sui media della London School of Economics.

Secondo il professore, infatti, alcune aziende “condividono un interesse nel mantenere l’ecosistema dell’informazione sano”, mentre altre no.

E se “i loro valori non coincidono” con quelli delle redazioni, diventa rischioso dipendere da relazioni instabili.

Inoltre, aggiunge, Press Gazette, i giornali dovrebbero provare a chiudere accordi che rendano giustizia al reale valore dei prodotti giornalistici, superando modelli di partnership che prevedono la condivisione dei ricavi, come, ad esempio, quelli con Perplexity o Prorata.

DeepSeek free FMT

Foto: FMT.

Come risponde DeepSeek

C’è poi una questione legata alla funzione di DeepSeek come strumento per sapere le notizie, in modo analogo a come gli utenti utilizzano ChatGpt.

DeepSeek è sottoposto al controllo e alla censura del governo di Pechino e, di conseguenza, contribuisce a diffondere una visione dei fatti di attualità distorta e fuorviante.

Di fatto, fa disinformazione.

A questo problema se ne aggiunge un secondo, che riguarda la capacità dei sistemi di intelligenza artificiale – compreso DeepSeek – di estrapolare, reinterpretare e comunicare le notizie prese dai giornali.

Una recente ricerca della Bbc condotta su quattro importanti modelli di IA – ChatGpt Enterprise, Pro di Copilot, Gemini Standard e Perplexity Pro – ha evidenziato come, nella metà dei casi, le risposte date sulle notizie presentava problemi rilevanti, mentre il 19% delle risposte che menzionavano contenuti pubblicati dalla Bbc conteneva errori importanti, come affermazioni, numeri o date errati.

Nel caso di DeepSeek, Nieman Lab ha testato il suo chatbot per capirne il livello di efficienza e affidabilità.

DeepSeek ha tre tipologie di funzionamento. Una standard, una Search, per le ricerche in tempo reale, e la modalità DeepThink, in cui l’IA offre un ragionamento nella risposta.

Seppure non in modo sistematico, anche DeepSeek – come accade a volte anche ad altri sistemi di IA – a volte genera link inesistenti o non funzionanti.

Altre volte, pur citando la testata e l’autore, non include il link all’articolo.

In modalità standard, il chatbot dell’IA cinese incoraggia l’utente a cercare le informazioni in maniera indipendente e direttamente sui siti di informazione.

A differenza di ChatGpt, segnala il magazine dell’università di Harvard, la modalità Search di DeepSeek menziona in media un numero molto maggiore di fonti relative a una notizia, da 20 a 50. L’IA di OpenAI di solito non arriva a 15.

Inoltre, evidenzia Nieman Lab, ChatGpt presenta il problema delle fonti copycat, ossia tende a citare articoli che hanno ripreso una notizia, piuttosto che menzionare la testata che ha quella notizia l’ha data per prima.

DeepSeek, invece, quasi sempre include il giornale con l’esclusiva, ma lo cita all’interno di un elenco molto lungo di articoli, rendendo più difficile ritrovare la fonte originale.

Infine, quando si utilizza lo strumento DeepThink, il chatbot sembra attivare delle misure di sicurezza. Tende cioè ad autocensurarsi nei suoi ragionamenti, nel caso riconosca il rischio di violazione del copyright.

Devi essere loggato per lasciare un commento.
/ Published posts: 46

Journalist writing on European politics, tech, and music. Bylines in StartupItalia, La Stampa, and La Repubblica. From Bologna to Milan, now drumming and writing in London.

Twitter
Linkedin