Le tecnologie immersive rappresentano le nuove frontiere dell’innovazione, con un potenziale significativo per plasmare la crescita futura e guidare investimenti strategici in vari settori dell’economia italiana. Queste tecnologie offrono nuove opportunità nell’apprendimento, nello sviluppo di competenze digitali e nella creazione di nuovi posti di lavoro. Questo è il quadro emerso dallo studio accademico indipendente realizzato dal Politecnico di Milano, scelto da Meta per analizzare l’impatto economico e sociale delle tecnologie immersive sull’Italia.
Il modello predittivo
La ricerca ha valutato l’impatto economico delle tecnologie immersive sul PIL italiano nei prossimi cinque anni, tracciando un parallelo con l’adozione delle tecnologie mobili tra il 2007 e il 2019. La tecnologia mobile è stata utilizzata come modello di riferimento perché rappresenta un percorso di sviluppo analogo a quello del metaverso. Come la tecnologia mobile, il metaverso, attraverso la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR), crea esperienze immersive che superano i limiti fisici. Entrambe le tecnologie sono sostenute da un ecosistema di produttori di hardware, fornitori di servizi, sviluppatori di app e creatori di contenuti, e dipendono da rapidi progressi tecnologici sia nel campo dell’hardware che del software.
Il modello predittivo ha anche considerato potenziali barriere individuali e sociali rispetto all’adozione delle tecnologie immersive, delineando scenari che vanno dal più promettente al più sfavorevole.
I risultati previsti
Secondo lo studio, nel 2029 l’impatto delle tecnologie immersive sull’economia italiana potrebbe essere valutato tra 18,8 miliardi di euro (0,8% del PIL) nello scenario più sfavorevole e 25,7 miliardi di euro (1,09% del PIL) nello scenario più promettente. Tra il 2024 e il 2029, queste tecnologie potrebbero contribuire all’economia italiana per circa 34,6 miliardi di euro nello scenario più sfavorevole e 47,2 miliardi di euro nello scenario più ottimistico.
Sfide e opportunità
Lo sviluppo delle tecnologie immersive pone le basi per la crescita economica italiana attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro e l’aumento della domanda di competenze digitali, supportato da programmi di formazione. Un miglioramento delle competenze digitali consentirebbe all’Italia di risalire nelle classifiche dell’indice DESI (Digital Economy and Society Index). Attualmente, solo il 46% della popolazione italiana ha competenze digitali di base, rispetto alla media UE del 54%.
Per raggiungere questi risultati, è necessario che le tecnologie immersive diventino parte integrante della vita quotidiana. Ciò richiede il superamento di barriere psicologiche e funzionali, come i cambiamenti culturali e le modifiche nelle routine lavorative, il costo dei dispositivi AR/VR e i timori relativi alla privacy. Al contempo, elementi positivi come la semplicità d’uso, l’intrattenimento, la collaborazione lavorativa e la percezione di presenza sociale possono favorirne l’adozione.
Impatto sul Settore Business
Le imprese stanno già implementando soluzioni AR/VR, soprattutto nei settori della moda, dei media e dell’intrattenimento, che rappresentano oltre la metà delle iniziative nel metaverso. I brand utilizzano queste tecnologie per marketing, presentazione prodotti e nuovi canali di distribuzione. Inoltre, le tecnologie immersive vengono impiegate per visualizzare e interagire con gemelli digitali e per offrire modalità di apprendimento innovative all’interno delle aziende.
L’adozione di AR/VR è più diffusa nel settore Business-to-Business rispetto al Business-to-Consumer. Nei settori IT & Tech, Telco, Healthcare, Automotive ed Energy, il metaverso viene utilizzato per ottimizzare processi, formazione e sviluppo di prodotti. Ad esempio, nel settore Healthcare, le tecnologie immersive supportano operazioni chirurgiche e la formazione del personale medico.
Coinvolgimento di aziende, utenti e istituzioni
L’adozione delle tecnologie immersive richiede il coinvolgimento simultaneo di aziende, utenti finali e istituzioni. Le imprese devono passare da una visione prodotto-centrica a una utente-centrica. La collaborazione tra sviluppatori e aziende è cruciale per bilanciare i progressi tecnologici con le aspettative degli utenti, garantendo la creazione di esperienze virtuali di valore e piattaforme sicure e versatili. La possibilità di contribuire a plasmare queste nuove tecnologie rappresenta un’opportunità unica che richiede un allineamento strategico per sfruttarne appieno le potenzialità.
Le dichiarazioni
“Le tecnologie immersive stanno modificando il modo in cui le persone si connettono e le aziende crescono, creando opportunità di valore, nuovi modelli di business e un forte potenziale anche per il futuro del lavoro.
Ci troviamo di fronte a un’opportunità significativa: la tecnologia si muove rapidamente e abbiamo la possibilità di accompagnarne lo sviluppo responsabile, collaborando con aziende grandi e piccole, università e istituzioni.
L’impatto effettivo di queste tecnologie sul PIL italiano, infatti, dipenderà molto dalla capacità di sviluppare competenze, un ecosistema d’impresa dinamico e da un quadro normativo che promuova innovazione e progresso” – ha dichiarato Angelo Mazzetti, Responsabile Affari Istituzionali di Meta in Italia.
“Le tecnologie immersive possiedono il potenziale di influenzare significativamente il comportamento umano e l’intera società, facilitando notevolmente l’interazione e la collaborazione tra gli individui.
Tali tecnologie stanno guadagnando crescente popolarità grazie alla loro immediata utilità, alle motivazioni che spingono alla loro adozione e alla loro facilità di impiego, rendendole accessibili a un ampio pubblico.
In Italia, l’utilizzo di queste tecnologie in settori strategici quali l’automotive e la moda dimostra il loro potenziale nel modificare i processi aziendali e nel migliorare l’esperienza degli utenti.
A lungo termine, l’effetto del metaverso sul Prodotto Interno Lordo nazionale dipenderà da fattori quali lo sviluppo delle infrastrutture e una progressiva evoluzione del quadro normativo vigente” ha dichiarato Giuliano Noci, professore ordinario di strategy e marketing del Politecnico di Milano e direttore scientifico dello studio.
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