Le mille vite della propaganda dei media russi

Di il 07 Aprile, 2025
Putin RT 2013_Wikimedia Commons free
Diversi siti per aggirare il paywall dei giornali reindirizzavano gli utenti su testate di Mosca, come RT. È l'ultima trovata del Cremlino per eludere i ban in Europa e negli Stati Uniti

Nonostante sia stato oscurato in Unione Europea, dai social media di Meta e da YouTube, la televisione di stato russa RT ha impiegato diversi espedienti per continuare a trasmettere la disinformazione e la propaganda del Cremlino in Europa e negli Stati Uniti.

L’ultima di queste trovate sono i siti utilizzati per aggirare il paywall delle testate giornalistiche.

Lo scorso 2 aprile, Semafor ha scritto che, per almeno cinque giorni, tre di questi portali – incluso archive.is, tra i più diffusi per sbloccare contenuti a pagamento –  hanno reindirizzato chi li usava su RT.

La testata diretta da Ben Smith ha condotto test indipendenti, i cui risultati hanno riscontro in diverse discussioni pubblicate su piattaforme come Reddit.

Per ovviare al problema, era a volte sufficiente ricaricare la pagina, mentre alcuni utenti sui forum online che discutevano dell’accaduto suggerivano di modificare il cosiddetto referral header, ossia l’intestazione di riferimento – la stringa di testo che indica al sito di destinazione da quale pagina proviene la richiesta.

Contattata da Semafor, RT – nata nel 2005 e fino al 2009 chiamata Russia Today – si è dichiarata estranea a quanto accaduto.

Russia più vicina

Matt Pearl, ex membro del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca e oggi direttore al think-tank Center for Strategic and International Studies, ha ipotizzato due scenari.

O è “uno scherzo, oppure degli hacker russi hanno compromesso questi siti”.

La seconda opzione è divenuta più plausibile in un contesto in cui l’attuale amministrazione statunitense ha mostrato più volte una rinnovata vicinanza a Mosca.

Basti pensare alle critiche pubbliche rivolte dal presidente degli Donald Trump al suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca e all’encomio che l’inviato speciale americano in Russia Steve Witkoff ha riservato a Vladimir Putin durante un’intervista con Tucker Carlson.

Data la nuova postura di Washington, gli informatici russi “proveranno a tastare il terreno, a vedere fin dove possono spingersi e a testare strategie diverse”, ha detto Pearl.

RT, in un modo o nell’altro

A marzo del 2022, all’indomani dell’invasione su larga scala dell’Ucraina lanciata da Putin, l’Unione Europea – così come il Canada e altri Paesi – ha bandito alcuni dei più noti siti giornalistici russi, fra cui Sputnik e la stessa RT.

Il divieto, però, è riuscito solo in parte.

Nei mesi seguenti, diversi giornali e associazioni indipendenti hanno mostrato numerosi esempi di come queste testate continuassero a diffondere i propri contenuti nel vecchio continente.

A febbraio dello scorso anno, un giornalista di Radio Free Europe/Radio Liberty scriveva che, senza bisogno di una Vpn, era riuscito a entrare sulle varie versioni di RT in lingue europee – come RT en Français – mentre si trovava all’interno degli uffici della Commissione e del Consiglio europei a Bruxelles.

Otto mesi dopo, a settembre del 2024, Reporter Senza Frontiere, organizzazione no-profit per la tutela della libertà di stampa, ribadiva che accedere a RT en Français – tuttora disponibile – era “un gioco da ragazzi”.

Un’altra strategia utilizzata dal Cremlino per aggirare le sanzioni imposte al suo apparato mediatico, spiega uno studio del German Marshall Fund, è stata quella di creare repliche di RT – i siti specchio, lanciare centinaia di false testate locali e riattivare siti abbandonati e non necessariamente di informazione e attualità – i cosiddetti domini zombie – per diffondere la propria propaganda.

Il New York Times porta un esempio. Un sito ultraconservatore, chiamato Man Stuff News, tra le sue categorie “Grigliate in giardino” e “Serie tv da uomini”, aveva anche una sezione di notizie internazionali infarcite di articoli di RT copiati e incollati un giorno dopo rispetto agli originali.

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Foto: Wikimedia Commons.

Strategie diverse

In altri Paesi, la propaganda dei media russi viene distribuita utilizzando altri sistemi.

In America Latina, secondo il quotidiano newyorkese, la diffusione avviene attraverso i social media e alcune trasmissioni televisive facilmente accessibili al grande pubblico.

RT controlla poi African Stream, una testata con sede a Nairobi in Kenya, accusata di promuovere la disinformazione russa e oscurata da YouTube e Meta a settembre dello scorso anno.

Anche alcuni media governativi in Cambogia, Iran, Nigeria e Yemen e una testata libanese sotto il controllo di Hezbollah condividono articoli di RT in versione integrale.

Diversa la situazione negli Stati Uniti, dove l’ex Russia Today non ha mai avuto un seguito rilevante e ha terminato le trasmissioni a marzo del 2022, a seguito di una decisione della sua società di produzione.

In questo caso, però, leggere l’originale non è necessario. Noti giornalisti e testate dell’area Maga, come lo stesso Carlson e Infowars di Alex Jones, sposano molto spesso le tesi del Cremlino.

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Journalist writing on European politics, tech, and music. Bylines in StartupItalia, La Stampa, and La Repubblica. From Bologna to Milan, now drumming and writing in London.

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