L’anno d’oro di Spotify

Di il 05 Febbraio, 2025
Spotify_HQ_wikimedia_commons free
Per la prima volta, la piattaforma svedese chiude i 12 mesi in attivo. E ora punta su innovazione e nuovi accordi con l'industria discografica

Spotify ha raggiunto un importante traguardo nel 2024. Fondata nel 2006, la piattaforma svedese ha registrato il suo primo anno interamente in attivo dalla sua nascita.

Lo scorso anno l’azienda ha infatti totalizzato un utile netto di 1,14 miliardi di euro. Un’inversione di tendenza rispetto alla perdita di 532 milioni del 2023, sottolinea il Wall Street Journal.

Nel 2024, l’azienda ha totalizzato 15,67 miliardi di euro di ricavi complessivi, in aumento del 18,3% rispetto all’anno precedente.

Questo risultato dimostra come l’azienda sia riuscita a capitalizzare la sua popolarità ormai globale, passando da un semplice servizio di streaming musicale a una piattaforma audio in grado di offrire diversi tipi di servizi.

Daniel_Ek_(Interview) free Wikimedia Commons

Daniel Ek, amministratore delegato di Spotify. Foto: Wikimedia Commons.

La visione di Daniel Ek

“Crediamo davvero di poter diventare ancora più veloci nel migliorare la piattaforma”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Spotify, Daniel Ek, in un’intervista ad Axios – con riferimento agli investimenti nella tecnologia e nel prodotto.

Con 675 milioni di utenti mensili attivi e 263 milioni di abbonati premium, Spotify si è affermata come una delle piattaforme di streaming più grandi al mondo.

La società è riuscita ad incrementare anche le proprie entrate pubblicitarie, raggiungendo quasi due miliardi di euro nel 2024, un aumento considerevole rispetto al 2018.

Le campagne di marketing organiche, come Spotify Wrapped, hanno dato un grande contributo ai risultati ottenuti. Hanno infatti dimostrato l’efficacia di strategie innovative per coinvolgere gli utenti senza ricorrere unicamente alla pubblicità a pagamento.

Ek ha sottolineato l’importanza di continuare a investire in musica e nei contenuti audio, come gli audiolibri e i podcast, che rappresentano ormai una parte fondamentale dell’offerta della piattaforma.

Per esempio, l’accordo pluriennale con Universal Music Group – una delle principali etichette discografiche, insieme a Warner Music Group e Sony Music – mostra un atteggiamento incline alla crescita e all’innovazione dell’industria musicale da parte di Spotify.

Questo accordo consentirà di esplorare nuove opportunità, come l’integrazione di contenuti musicali e non musicali, ampliando l’esperienza d’ascolto per gli utenti.

Trends

Qualche numero in più

I risultati ottenuti nel 2024, fa sapere l’azienda, riflettono la strategia di contenimento dei costi e di efficientamento operativo adottata dall’azienda negli ultimi due anni.

Le entrate sono cresciute del 16% – raggiungendo i 4,24 miliardi di euro – e i ricavi, supportati dalla pubblicità, sono aumentati del 7% – grazie anche alla crescente popolarità dei podcast.

Secondo i dati diffusi dalla società, nel quarto trimestre del 2024, Spotify ha registrato un utile netto record di 883 milioni di euro e un flusso di cassa libero di 877 milioni di euro. Questo è un indicatore fondamentale perché rappresenta la liquidità disponibile al netto delle spese operative e degli investimenti, permettendo quindi di valutare la capacità dell’azienda di distribuire dividendi agli azionisti.

Spotify per tutti

Spotify continua a diversificare i propri servizi, introducendo livelli di abbonamento premium con streaming hi-fi e strumenti per remix, mirando a soddisfare le esigenze di un pubblico sempre più eterogeneo.

Daniel Ek ha anticipato che nel 2025 l’azienda intensificherà ulteriormente gli investimenti nella musica, con l’obiettivo di offrire nuove versioni di Spotify personalizzate per ogni tipo di utente.

Nel primo trimestre di quest’anno, l’azienda prevede di raggiungere un fatturato di 4,2 miliardi di euro, al di sopra dei 4,17 miliardi attesi dagli esperti, sottolinea Italia Oggi.

La piattaforma si conferma come leader nel settore dello streaming audio. E anche i numeri lo dimostrano.

Devi essere loggato per lasciare un commento.