
Se pensate che la scienza sia fatta solo di numeri e formule complicate, potreste ricredervi.
Secondo un recente studio scritto da Alexandra Lynn Frank e pubblicato sul Journal of Science Communication, l’umorismo può essere un alleato prezioso per avvicinare il pubblico alla scienza, rendendo i concetti più accessibili e favorendo una percezione positiva degli scienziati.
La ricerca, ripresa da Wired, ha analizzato come l’uso dell’umorismo da parte degli scienziati sui social media influenzi il modo in cui vengono percepiti dal pubblico.
In particolare, i ricercatori si sono concentrati su due tipi di umorismo, la satira e l’antropomorfismo – ovvero quando oggetti o animali vengono rappresentati con caratteristiche umane.
Esperimento
Per testare l’effetto di queste strategie, hanno creato quattro vignette legate al tema dell’intelligenza artificiale e le hanno pubblicate su X – ex Twitter – sotto il nome di un ipotetico scienziato, il dottor Jamie Devon.
Tre di queste vignette usavano diversi livelli di umorismo, mentre la quarta era neutra, senza alcun tipo di battuta.
Più di duemila persone hanno partecipato al sondaggio valutando quanto le trovassero divertenti, quanto simpatizzassero con il dottor Devon e percepissero il contenuto come una forma legittima di comunicazione scientifica.
I risultati hanno mostrato che l’umorismo funziona.
Le vignette più divertenti hanno portato a una maggiore simpatia nei confronti dello scienziato e a una percezione più positiva della comunicazione scientifica.
In particolare, la combinazione di satira leggera e antropomorfismo è stata la più efficace nel suscitare allegria e coinvolgimento.
Ma attenzione, il sarcasmo e la satira troppo aggressiva possono avere l’effetto opposto.
Se lo humor diventa troppo pungente, il pubblico potrebbe percepirlo come ostile, compromettendo la credibilità dello scienziato e riducendo l’efficacia della comunicazione.
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Influencer, anche qui
Sfruttare la risata nella comunicazione scientifica non è una novità.
Alcuni divulgatori hanno saputo usare i social media per rendere la scienza più accessibile e coinvolgente, scrive Il Giornale.
Figure come Beatrice Mautino e Vincenzo Schettini hanno trasformato la divulgazione scientifica in un fenomeno virale, utilizzando un linguaggio semplice, diretto e spesso ironico.
Divagatrice su TikTok – Beatrice Mautino nella vita – è specializzata nello smontare bufale legate al mondo della cosmetica, offrendo un punto di vista scientifico sulle tendenze beauty più discusse.
Schettini, noto sui social come La Fisica che ci piace, conta oltre 4,6 milioni di follower tra Instagram e TikTok.
Schettini è un professore di fisica che si può ormai definire anche influencer, grazie alla sua capacità di rendere la materia “semplice” e accessibile a tutti, in maniera divertente.
Uno dei suoi punti di forza è prendere situazioni di vita quotidiana e scoprire la fisica che vi è dietro, sempre da un punto di vista scientifico, ma ironico.
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Moderazione, sempre
Tuttavia, semplificare troppo la scienza potrebbe dare l’idea che sia facile da comprendere anche senza un giusto approfondimento.
Per questo, è fondamentale che l’ironia e la leggerezza siano accompagnate da contenuti rigorosi e ben documentati.
In un presente in cui la comunicazione – in questo caso scientifica – si gioca sempre di più sui social media, l’umorismo si rivela un’arma efficace per rendere la scienza più accessibile e coinvolgente.
Basta solo ricordarsi di usarlo con intelligenza, senza cadere nel sarcasmo eccessivo.