La percezione pubblica dell’intelligenza artificiale nei media, un sondaggio

Di il 30 Maggio, 2024
Raccogliendo i dati da sei paesi, il sondaggio è incentrato sulla comprensione di come le persone utilizzano l’intelligenza artificiale generativa e cosa pensano della sua applicazione nel giornalismo

Il lancio pubblico di ChatGPT da parte di OpenAI nel novembre 2022 ha segnato un punto di svolta significativo nell’interesse globale verso l’intelligenza artificiale generativa. Gli avanzamenti della tecnologie sottostante e delle possibili applicazioni e prodotti negli ultimi anni si è triplicata, sebbene in modo non uniforme.

Questi sviluppi hanno attirato l’attenzione di moltissimi studiosi. Informatici e ingegneri lavorano incessantemente per migliorarne l’applicazione, mentre altri ricercatori testano le prestazioni di questi modelli rispetto a degli standard quantitativi e qualitativi. Nel frattempo, gli avvocati analizzano le implicazioni legali delle tecnologie emergenti.

Percezione pubblica e l’uso dell’AI

Il recente sondaggio condotto da YouGov per conto del Reuters Institute for the Study of Journalism (RISJ) dell’Università di Oxford ha lo scopo di capire se e come le persone utilizzano l’intelligenza artificiale generativa e cosa pensano della sua applicazione nel giornalismo e in altri ambiti del lavoro e della vita quotidiana.

Questo rapporto è stato stilato tramite sondaggi online che hanno coinvolto sei paesi (Argentina, Danimarca, Francia, Giappone, Regno Unito e gli Stati Uniti) per documentare e comprendere l’atteggiamento del pubblico nei confronti dell’intelligenza artificiale generativa. Esaminiamo nel dettaglio come queste tecnologie vengono percepite e utilizzate in vari settori, con un focus particolare sul giornalismo e sui mezzi di informazione.

L’utilizzo dell’AI tramite ChatGPT

È interessante notare che ChatGPT è ampiamente riconosciuto come il principale prodotto di intelligenza artificiale generativa, con circa il 50% della popolazione online nei sei paesi esaminati che ne ha sentito parlare. E’ la piattaforma due o tre volte più diffusa rispetto ai successivi prodotti più conosciuti come Google Gemini e Microsoft Copilot. Tuttavia, nonostante questa notorietà, l’uso frequente di ChatGPT rimane relativamente raro.

Solo una piccola percentuale, compresa tra l’1% e il 7%, utilizza ChatGPT quotidianamente, mentre la maggior parte di coloro che affermano di aver utilizzato l’intelligenza artificiale generativa lo ha fatto solo una o due volte.

Sebbene in generale vi sia una diffusa consapevolezza di cosa sia l’intelligenza artificiale generativa, una considerevole minoranza del pubblico – tra il 20% e il 30% della popolazione online nei sei paesi esaminati – non ha sentito parlare di nessuno degli strumenti di intelligenza artificiale più popolari.

L’età anagrafica e l’utilizzo cambiano

I dati mostrano che i più giovani utilizzano regolarmente prodotti di intelligenza artificiale generativa. Facendo una media in tutti e sei i paesi, il 56% degli intervistati tra i 18 e i 24 anni afferma di aver utilizzato ChatGPT almeno una volta, rispetto al 16% di quelli di età pari o superiore a 55 anni.

La maggior parte del pubblico si aspetta che l’intelligenza artificiale generativa abbia un grande impatto praticamente su ogni settore della società nei prossimi cinque anni, dal 51% che prevede un grande influenza sui partiti politici, al 66% per i media e al 66% per la scienza. 

Tuttavia, vi sono differenze significative sul fatto che le persone si aspettino che verrà utilizzata in modo responsabile: si va da circa la metà che si fida di scienziati e operatori sanitari nel farlo, a meno di un terzo che si fida dei social media, dei politici e dei mezzi di informazione.

L’intelligenza artificiale e il giornalismo

La maggior parte delle discussioni sull’intelligenza artificiale generativa e il giornalismo riguardano ciò che potrebbe accadere in futuro: speculazioni su ciò che la tecnologia potrebbe o meno essere in grado di fare un giorno e su come ciò modellerà la professione come la conosciamo. 

Ma è importante ricordare che alcuni giornalisti e testate giornalistiche stanno utilizzando l’intelligenza artificiale generativa in questo momento, e da diversi anni utilizzano una qualche forma di AI nelle redazioni.

Alla richiesta di valutare cosa pensano delle notizie prodotte dall’intelligenza artificiale con una supervisione umana e cosa questo potrebbe significare per la qualità delle notizie, le persone tendono ad aspettarsi che siano meno affidabili e meno trasparenti, ma più aggiornate e più economiche per gli editori. Pochissime persone (8%) pensano che varrà la pena pagare di più per le notizie prodotte dall’intelligenza artificiale rispetto a quelle ideate dagli esseri umani.

Siamo ancora agli inizi e resta da vedere come si evolverà l’uso pubblico e la percezione dell’intelligenza artificiale generativa in generale, e il suo ruolo nel giornalismo e nelle notizie in particolare.

Leggi anche: OpenAI ingloba anche The Atlantic e Vox Media

Devi essere loggato per lasciare un commento.