Donald Trump descrive i suoi rivali e critici come criminali, insinuando che vorrebbe rendere illegale il dissenso politico che ritiene ingannevole o che minaccia la sua posizione di potere. Durante il recente discorso tenuto ad Aurora, in Colorado, il candidato repubblicano ha attaccato il sistema d’immigrazione e lanciato pesanti accuse alla sua rivale, la vicepresidente Kamala Harris.
Tuttavia, pur non condividendo gli attacchi personali contro Harris e le promesse di vendetta, molti elettori continueranno a sostenere Trump per le loro preoccupazioni sull’economia e l’immigrazione.
Per Trump il dissenso è illegale
“È una criminale. È una criminale“, ha detto Trump al comizio, che è stato giudicato colpevole di 34 capi d’accusa. Questo schema fa parte da tempo dei suoi interventi pubblici, ma è notevolmente esploso recentemente. Nelle ultime settimane prima delle elezioni del 5 novembre, infatti, l’ex presidente sostiene fermamente che i discorsi contrari al suo pensiero sono illegali.
Riguardo all’intervista “60 Minutes” di Harris, Trump ha scritto su X “Totalmente illegale”, dicendo che fa sembrare Harris migliore e chiedendo la revoca della licenza di trasmissione alla CBS. Sugli annunci Google della campagna di Harris, Trump ha detto “Totalmente illegale”, promettendo che Google “pagherà un prezzo alto” per questo.
Secondo l’ex presidente, i democratici stanno cercando di “nascondere illegalmente” una parte del suo discorso in cui chiedeva ai sostenitori di essere pacifici il 6 gennaio 2021 in occasione dell’assalto al Campidoglio. Ad agosto, ha detto che le critiche ai giudici che hanno emesso sentenze favorevoli nei suoi confronti dovrebbero essere vietate. “Credo stiano giocando contro i nostri grandi giudici… Giocare contro i nostri giudici e la nostra giustizia dovrebbe essere punibile con multe molto serie e, oltre a questo, altre pene.” Trump ha poi aggiunto che le indagini su di lui sono illegittime e ha promesso vendetta contro i procuratori che le conducono.
Il manuale dell’autocrazia
Ruth Ben-Ghiat, storica e docente alla New York University, autrice del libro “Strongmen: From Mussolini to the Present”, sostiene che la retorica di Trump sulla criminalizzazione del dissenso sia un fenomeno noto, e potrebbe avere serie implicazioni per il Paese se fosse eletto presidente.
“Questo è tratto dal manuale dell’autocrazia. Man mano che gli autocrati consolidano il loro potere una volta in carica, qualsiasi cosa minacci la loro autorità, o ne riveli la corruzione, o diffonda informazioni dannose nei loro confronti diventa illegale. Sta effettivamente ripetendo, in un certo senso, ciò che farebbe come capo di Stato, come fa Orban, come sta facendo Modi, come ha sempre fatto Putin.
Ma con questa strategia Trump riuscirà a vincere? Secondo la studiosa questo dipende dalla capacità di imporre la lealtà del partito, intimidire i critici e insediare funzionari capaci di usare il potere per i suoi scopi personali. “Si tratta di criminalizzare il dissenso… C’è una logica in ciò che fa: sta portando le persone in un percorso di indottrinamento”.
La risposta di Harris
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Durante il comizio di ieri sera in Pennsylvania – uno stato determinante per le elezioni – Harris ha detto al suo pubblico che è risaputo chi è Trump: basta ascoltare i suoi discorsi per capirlo. Ha poi mostrato dei filmati in cui Donald Trump definisce i suoi critici come “nemici interni”, suscitando fischi e reazioni dal pubblico. “Avete sentito le sue parole, lui sta parlando di presunti nemici all’interno del nostro stato, sta dicendo che chiunque non lo supporta è un nemico”.