Gli influencer conservatori non hanno solo aiutato Donald Trump a tornare alla Casa Bianca. Non hanno aumentato solo la popolarità del presidente, ma anche delle sue idee.
La visione, le opinioni della nuova destra afferente al movimento Make America Great Again stanno diventando e in alcuni casi già sono il nuovo mainstream.
Il settore in cui operano gli influencer, la cosiddetta creator economy, è in continua crescita e, secondo Goldman Sachs, vale circa 250 miliardi di dollari. Una cifra che dovrebbe raddoppiarsi nei prossimi due anni.
Negli Stati Uniti ci sono circa 39 milioni di content creator, la maggior parte dei quali – come nel resto del mondo – non supera i diecimila follower.
Di questi, soltanto una percentuale modesta si occupa di politica. Secondo una ricerca condotta dalla Bowling Green State University in Ohio per l’Unesco, su 500 creator provenienti da 45 Paesi diversi intervistati, solo il 12% si occupa di attualità e politica.
Tuttavia, questa nicchia si è rivelata essenziale per diffondere l’immagine di Trump agli elettori più giovani.
I motivi sono diversi. Le personalità che parlano di politica sui social media, definiti news influencer, sono in maggioranza conservatori.
Gli strateghi di Maga hanno capito la potenzialità del fenomeno e hanno speso soldi – tanti – e tempo per costruire e potenziare una rete di voci favorevoli alla causa. Lo hanno fatto tramite ricche organizzazioni, come Turning Point, PragerU e Daily Wire, che hanno finanziato i creator conservatori.
Prima di riuscire a portare a destra anche le piattaforme principali – da X a Instagram e Facebook – gli alleati di Trump hanno contribuito a fondare un ecosistema social alternativo, sfruttando piattaforme come Rumble, DLive e Locals.
Una strategia, mancata alla controparte democratica, che nel medio periodo si è rivelata vincente. Con il risultato che, oggi, la cultura Maga si sta prendendo l’America.
Altro che Trump
La rielezione di Trump è la punta dell’iceberg. O, vista da un’altra prospettiva, l’inizio della normalizzazione dell’ideologia Maga laddove prima sembrava impensabile: sport, intrattenimento e università.
Il Wall Street Journal ha selezionato i casi più eclatanti. I giocatori della Nfl fanno la “Trump dance”, Carrie Underwood e Snoop Dogg si esibiscono alla cerimonia di inaugurazione di Trump. Una nuova generazione di comici coccola il presidente. Le facce di Melania e Barron Trump sono diventati meme utilizzati da celebrità e aziende.
Ma, forse, il segnale che la cultura Maga ha fatto breccia in nuove categorie di persone è il suo ingresso nelle università, frequentate in maggioranza da studenti e professori con idee lontane dall’universo trumpiano.
“Vedo cappellini con la scritta Maga ogni volta che passeggio nel campus”, ha detto Carson Carpenter, uno studente dell’Arizona State University.
A dimostrazione del fatto che “il conservatorismo è diventato di moda”.
Nonostante la diffusione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso sia in crescita e diversi Stati abbiano adottato leggi per la liberalizzazione della marijuana, un sondaggio dell’agenzia Gallup citato dal Wall Street Journal ha affermato che il 38% degli americani si definisce conservatore – il 29% democratico.
Sfruttando il momento, i sostenitori di Maga statunitensi stanno provando a contrastare il predominio dell’ideologia progressista nell’industria di Hollywood e nelle aziende, molte delle quali stanno riducendo le loro politiche per la diversità e l’inclusività.
Ne è un esempio Meta che, dopo aver deciso di eliminare il suo sistema di fact-checking indipendente, ha smantellato il reparto di diversity and inclusion, ossia dedicato al mantenimento di un ambiente lavorativo più equo e rispettoso.
Altri colossi hanno lanciato segnali nella stessa direzione, come Disney – che sta rivedendo le trame delle sue serie in modo più conservatore – e, in misura minore, Coca Cola, che ha lanciato una bottiglia commemorativa per l’inaugurazione di Trump.
Dove tutto è iniziato
Questo cambio di rotta nello sport, nell’industria dell’intrattenimento e, in parte, negli atenei è dovuto alla stanchezza degli americani nei confronti della cancel culture.
Si tratta della volontà di gruppi di persone di limitare l’uso di espressioni considerate offensive contro minoranze o categorie sensibili di persone, punendo chi le dice o scrive. Spesso, il concetto si è sovrapposto a quello di politicamente corretto.
A livello pratico, i poteri degli Stati Uniti – sia quello politico, sia quello dei grandi privati della comunicazione – si sono allineati su una linea molto più libertaria, sostenuta dai fautori dell’ideologia Maga.
X e i social media di Meta hanno abbandonato i sistemi di fact-checking forniti da organizzazioni giornalistiche indipendenti e li hanno sostituiti con un meccanismo di segnalazione degli utenti delle piattaforme – le Community Notes.
Le decisioni di Elon Musk di rendere il sul suo social media X un’amplificatore dei contenuti pro-Maga – limitando la visibilità degli avversari e minando la credibilità dei giornali attraverso l’eliminazione del precedente sistema di verifica dei profili e l’introduzione delle Community Notes – e l’appoggio di creator e podcaster conservatori hanno giocato un ruolo importante nella vittoria di Trump.
Il partito democratico statunitense ha provato a coinvolgere gli influencer negli eventi presidenziali durante l’amministrazione di Joe Biden, ma il candidato repubblicano ha saputo scegliere meglio le persone a cui rivolgersi.
Joe Rogan, Theo Von, Charlie Kirk, Logan Paul e Dana White sono solo alcuni degli esempi più noti.
Questi sono i nomi forti in un gruppo molto più ampio di personalità dei social media, cresciute e coinvolte per portare avanti le istanze di Trump nel momento cruciale.
Da sola, Turning Point ha reclutato nel corso degli anni oltre 400 creator conservatori, ricorda Wired.
Alcuni di questi, lunedì scorso erano alla cerimonia di inaugurazione di Donald Trump, per festeggiare una vittoria che in parte è anche merito loro.