Il Washington Post ha pubblicato il suo primo articolo realizzato grazie ad un importante supporto dell’intelligenza artificiale (AI). Recentemente, infatti, il Chief Technology Officer del Post, Vineet Khosla, aveva raccontato in un’intervista come il suo team fosse impegnato nella produzione interna di diversi tool di AI che possano rispondere alle esigenze dei giornalisti.
Haystacker, un nuovo software di AI
Uno di questi strumenti è Haystacker. Secondo Khosla è “uno strumento decisamente migliore rispetto a quelli per il grande pubblico prodotti dalle Big Tech”. Il software ha richiesto più di un anno di lavoro e la collaborazione tra il dipartimento di ingegneria e la redazione del giornale.
Haystacker può essere utilizzato per analizzare grandi set di dati a disposizione del Washington Post, ottenuti ad esempio tramite API pubbliche o partnership che forniscono i dati ai giornalisti.
La condivisione di Haystacker con altre testate non è al momento una priorità del Post. Tuttavia, Kholsa si dice fiducioso che in futuro il software o una sua variante sarà resa disponibile all’intera industria giornalistica.
Haystacker è in grado di analizzare grandi quantità di video in poco tempo
I video rappresentano una parte rilevante del traffico internet, ma senza un adeguato strumento di AI, sarebbe molto complicato per i giornalisti analizzarne grandi quantità. Ma grazie a Haystacker, il Washington Post ha recentemente passato in rassegna oltre 700 spot della campagna elettorale americana che hanno menzionato il tema dell’immigrazione nella prima metà dell’anno. Grazie a questo strumento, i giornalisti hanno scoperto che il 20% degli spot ha utilizzato filmati e foto “obsoleti, privi di contesto e abbinati a voice-over o testi che non rappresentano ciò che viene mostrato sullo schermo”. Alcuni spot, per esempio, presentano immagini di edifici distrutti a Gaza.
Washington Post e innovazioni AI
Haystacker è il terzo software AI presentato dalla testata giornalistica americana. Il mese scorso, il Post ha lanciato sul suo sito un chatbot, basato sull’AI, che risponde alle domande degli utenti sul clima, con informazioni tratte dagli articoli del giornale.
Il Washington Post ha inoltre presentato un nuovo software che riassume gli articoli utilizzando l’AI generativa, in linea con l’obiettivo dell’azienda di intensificare gli investimenti in questo campo con l’avvicinarsi delle elezioni.
Nonostante l’apertura del Washington Post agli strumenti di AI, il giornale non ha ancora concluso un accordo con i colossi del settore per concedere in licenza i suoi contenuti. “Parleremo con qualsiasi azienda che ci aiuti ad espandere il nostro giornalismo, ma vogliamo che l’accordo sia equo”, ha detto Kholsa.