Il Regno Unito verso le prime elezioni “post-TV”

Di il 27 Maggio, 2024
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Il vincitore delle prossime elezioni dovrà affrontare la sfida di governare in un contesto mediatico frammentato

Nel 2024, così come accadde nel 1964, i conservatori nel Regno Unito governano da oltre 10 anni ma le prossime elezioni probabilmente porteranno i Labour al potere. Ciò che è davvero cambiato nel corso degli anni è il panorama mediatico, con la BBC che prova a rimanere al centro dell’attenzione nazionale puntando sulle nuove tecniche di comunicazione. 

La serie “Doctor Who”, un tempo fenomeno televisivo con oltre 10 milioni di spettatori, ora conta poco più di 4 milioni di spettatori, rispecchiando il calo di interesse generale verso gli spettacoli televisivi tradizionali. Trend che è evidente anche nei dibattiti elettorali: l’ultimo dibattito del 2010, sempre sulla BBC, tra Gordon Brown, David Cameron e Nick Clegg, ha raggiunto 8,4 milioni di telespettatori; l’ultimo del 2019, tra Boris Johnson e Jeremy Corbyn, solo 4,4 milioni.

La BBC vuole rimanere la regina dell’informazione 

Per mantenere il ruolo di regina dell’informazione, la BBC non punta più solo sulla trasmissione televisiva, ma estende la sua portata tramite le notifiche push della sua app, che raggiunge 12,6 milioni di utenti: cambiamento che riflette un’evoluzione dove la fruizione di contenuti è sempre più frammentata e digitalizzata. Con un impatto determinante anche sulla politica, che perde sempre più il controllo dei canali di informazione. Come dimostra la brutta intervista di Keir Starmer sulla radio LBC, che ha avuto una vasta risonanza online piuttosto che attraverso i canali tradizionali.

Un contesto mediatico frammentato

Il cambiamento nel consumo delle notizie ha anche sminuito il senso di una nazionalità condivisa, eventi che una volta univano il paese ora raggiungono un pubblico molto più limitato. 

Oggi, raggiungere un pubblico di 14 milioni di spettatori è un evento raro, possibile solo in circostanze straordinarie come una pandemia globale, la vittoria degli europei o mondiali di calcio, o la morte di un monarca. Di conseguenza, il vincitore delle prossime elezioni dovrà affrontare non solo la sfida di governare in un contesto mediatico frammentato, ma anche quella di guidare una nazione dove i punti di riferimento culturali e sociali sono sempre più diversificati e meno condivisi.

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