Quando Jeff Bezos affronterà il tumulto che agita la sua redazione?
Il miliardario proprietario del Washington Post e di Amazon non ha ancora preso alcuna vera iniziativa per placare le preoccupazioni della redazione del suo giornale, preda del caos dopo gli scandali che mettono seriamente in discussione l’integrità etica del nuovo CEO, Will Lewis.
I dipendenti del Post stanno perdendo la pazienza con Jeff Bezos, la cui unica azione finora in risposta all’uragano Lewis è stata inviare una mail di 138 parole, durante la sua vacanza in yacht nel Mediterraneo, a una manciata di capi redattori del Post.
“So che l’avete già sentito da Will, ma volevo intervenire direttamente: gli standard giornalistici e l’etica del Post non cambieranno“, ha detto Bezos nella nota ottenuta dalla CNN.
“Il mondo si sta evolvendo rapidamente e noi dobbiamo cambiare come azienda. Con il vostro sostegno, lo faremo e guideremo questa grande istituzione nel futuro”, ha continuato il magnate. “Ma, i leader che hanno plasmato e guidato la nostra politica interna hanno sempre richiesto standard elevati. Ciò non può cambiare e non cambierà. Avete il mio pieno impegno nel mantenere la qualità, l’etica e gli standard in cui tutti crediamo”.
Tutto bellissimo, peccato che la questione Lewis rappresenta un serio problema per l’integrità del giornale. Anche i dipendenti vogliono che gli standard rimangano “molto alti” e temono che il CEO e quello che sarebbe dovuto essere il nuovo direttore Robert Winnett rappresentino un pericolo. Parliamo al passato perché, proprio mentre scriviamo, ci giunge la notizia che Winnett, attualmente numero due del Daily Telegraph, ha deciso di non accettare il ruolo di direttore del Post. Il motivo va cercato nelle inchieste del New York Times che avevano indagato sul passato di Winnett, secondo le quali il giornalista quando lavorava al Sunday Times avrebbe usato metodi illeciti per procurarsi scoop, assoldando un investigatore privato.
I giornalisti del Washington Post in rivolta pubblicamente
Le frustrazioni e le preoccupazioni sono così elevate all’interno della redazione che due dei giornalisti vincitori del Premio Pulitzer hanno scelto di parlarne pubblicamente, chiedendo esplicitamente un cambiamento nella leadership.
David Maraniss, giornalista che lavora al Washington Post da quasi cinque decenni, ha detto di non “conoscere una sola persona nella redazione che ritenga che l’attuale situazione possa reggere“. Scott Higham, che lavora al Post da più di due decenni, ha concordato chiedendo l’allontanamento di Lewis.
”Will Lewis deve dimettersi per il bene del Post e dei lettori“, ha scritto Higham su Facebook. “Ha perso l’appoggio della redazione e non lo riconquisterà in futuro”.
Le parole dei due giornalisti rappresentano il sentire comune dell’intera redazione del giornale. Sembra proprio da fonti interne che Lewis, nei suoi pochi mesi di lavoro, ha totalmente alienato i dipendenti e non riesce in alcun modo a riconquistare la fiducia persa. Il problema non sono le sue iniziative, ma il fatto che abbia perso il rispetto del suo staff. Come qualsiasi CEO che si rispetti se non hai la legittimità di guidare i dipendenti al cambiamento, questo sarà sicuramente impossibile da attuare.
Continuare a mettere la testa sotto la sabbia non gioca in favore nemmeno di Bezos
I redattori del Post aspettano impazienti che il magnate prenda qualche forma di decisione concreta ed il fatto che ciò non avvenga nel pieno della campagna elettorale più complicata degli ultimi decenni non gioca a suo vantaggio.
Le notizie che mettono in dubbio l’integrità etica di Lewis continuano ad emergere: da ultimo il CEO avrebbe avuto un ruolo nel cosiddetto Partygate, consigliando all’allora premier Boris Johnson e altri alti funzionari del governo di ripulire i loro telefoni nel mezzo dello scandalo che li aveva coinvolti durante il Covid. Quindi la domanda a Bezos resta invariata: cosa intende fare per ripristinare il rispetto e il prestigio del suo giornale?
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