L’intelligenza artificiale commenterà gli articoli del Los Angeles Times

Di il 09 Dicembre, 2024
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Dopo aver vietato l'endorsement a Harris, il proprietario Patrick Soon-Shiong introdurrà uno strumento per controllare la presunta faziosità dei giornalisti

Nuovi editori impuri all’americana. Patrick Soon-Shiong, imprenditore miliardario nel campo medico e del biotech, ha acquistato il Los Angeles Times nel 2018. Così come Jeff Bezos ha fatto al Washington Post, anche Soon-Shiong ha vietato alla redazione l’endorsement per Kamala Harris alle elezioni presidenziali statunitensi di novembre.

Ora, però, il proprietario del quotidiano californiano si è spinto oltre. Ha costruito uno strumento che, tramite l’intelligenza artificiale, permette ai lettori di valutare se gli articoli contengono distorsioni o pregiudizi dettati dalle posizioni politiche dei giornalisti.

Soon-Shiong l’ha chiamato bias meter, misuratore di faziosità, e permetterà ai lettori del Times di capire se l’autore e le fonti che utilizza nell’articolo contengono qualche pregiudizio – politico o di qualsiasi altro tipo. Lo scopo, ha detto, è “evitare quello che noi chiamiamo bias di conferma”. Il lettore può “premere un bottone e avere entrambe le versioni della stessa notizia” – grazie all’IA – e scrivere cosa ne pensa a riguardo.

Non ci si può fidare

Ci sono almeno due grandi problemi. In primo luogo, il proprietario del giornale ha detto di aver sviluppato questo strumento senza dirlo alla redazione. Ha annunciato la sua introduzione, prevista per il prossimo gennaio, la scorsa settimana al podcast del commentatore conservatore Scott Jennings – quasi in contemporanea ha poi detto che Jennings entrerà a far parte del comitato di redazione del Los Angeles Times.

La seconda questione è la più seria. Con questa decisione, Soon-Shiong ha di fatto messo in discussione la fiducia nei giornalisti che lavorano per il suo quotidiano. Il sindacato che rappresenta molti di loro ha pubblicato una nota che spiega il concetto. “Il proprietario ha insinuato pubblicamente che il suo staff ha dei pregiudizi, senza però fornire prove o esempi”, si legge.

In altre parole, Soon-Shiong ha dichiarato di non avere fiducia nell’obiettività dei giornalisti e ha deciso di esporli al giudizio pubblico senza preavvisarli, come ha sottolineato anche Ann Marie Lipinski del fondazione Nieman per il giornalismo. E se l’oggettività e la veridicità delle notizie è il fine ultimo della stampa, è anche vero che ogni testata ha una linea editoriale che dovrebbe essere decisa dal suo direttore ed espressa nel lavoro dei redattori.

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Quante contraddizioni

Dopo essere stato azionista di minoranza del quotidiano per otto anni, Soon-Shiong ha acquistato il Los Angeles Times.

I primi sei anni della proprietà Soon-Shiong hanno visto un aumento rilevante degli abbonati online. Non sta andando bene, invece, dal punto di vista del rapporto con la redazione, che ha dovuto affrontare circa 200 esuberi su un totale di 1200 giornalisti.

Lo scorso ottobre, l’ex direttrice del quotidiano, Mariel Garza, si è dimessa dopo aver ricevuto l’ordine di non dichiarare l’appoggio alla candidata democratica, Kamala Harris.

Il mancato endorsement “ci fa apparire codardi e ipocriti, forse persino un po’ sessisti e razzisti”, ha scritto Garza nella sua lettera di dimissioni. “Come possiamo passare otto anni a criticare Trump e il pericolo che la sua amministrazione rappresenta per il Paese e poi non sostenere il candidato democratico che abbiamo già appoggiato per il Senato?”

A differenza del Washington Post, il Los Angeles Times non ha sempre dichiarato il sostegno a uno dei candidati alla presidenza. Dalla sua fondazione, nel 1881, fino al 1972, il giornale ha appoggiato il candidato repubblicano. L’ultimo era stato Richard Nixon, nella campagna per il suo secondo mandato.

Da quell’anno, fino al 2004, il Times ha smesso di fare endorsement, per poi passare all’appoggio dei democratici dal 2008, con Barack Obama. Scelta del partito confermata nel 2012, 2016 e 2020.

Nel 2022, Politico aveva approfondito le problematiche tra la proprietà Soon-Shiong e lo staff del giornale intervistando, tra gli altri, un ex manager del quotidiano rimasto anonimo. La proprietà, aveva detto, “non ha idea di come si gestisce una testata e non è granché interessata ai media in generale”.

Questo ha portato decine di giornalisti a parlare del tentativo di Patrick Soon-Shiong e di sua figlia Nika di influenzare le scelte editoriali del Los Angeles Times in base ai propri interessi – che tra l’altro a volte non coincidono.

Un esempio è la decisione di appoggiare l’attuale sindaco di Los Angeles, Karen Bass, nella sua campagna del 2022 contro l’imprenditore Rick Caruso. Esponente del partito democratico, Bass aveva ottenuto il supporto del quotidiano, su ordine della famiglia proprietaria. Ma erano tempi diversi. Donald Trump e i suoi seguaci non avevano ancora minacciato di dare la caccia alle testate che osavano criticarli.

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