In Italia sempre meno vocazione imprenditoriale e aperture di nuove imprese

Di il 16 Aprile, 2024
Universitas Mercatorum ha presentato oggi il Rapporto GEM Italia 2023-2024, “Un paese che osa? L’imprenditorialità come risorsa per l’Italia” di Ipsos in collaborazione con Unioncamere
(nella foto Giuseppe Tripoli, Segretario generale di Unioncamere) 

L’Italia, nonostante la crescita dal 2019 al 2023, rimane fra i paesi a più bassa propensione imprenditoriale, posizionandosi al 36esimo posto nel ranking mondiale. La significativa riduzione della tendenza ad avviare nuove imprese è emersa dal Rapporto GEM Italia 2023- 2024, presentato oggi a Roma, presso Unioncamere, da Universitas Mercatorum – l’Università delle Camere di Commercio Italiane del Gruppo Multiversity – che ha evidenziato anche come il rapporto tra donne che si attivano imprenditorialmente e uomini è pari al 40%, nel caso di imprese già avviate, e al 60% se si considera l’avvio di un’attività.

“Purtroppo – ha sottolineato il Segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoliin Italia le imprese giovanili si sono ridotte di oltre 40.000 unità negli ultimi dieci anni, con perdite in tutti i settori tranne nei servizi, principalmente in quelli innovativi. Infatti, soprattutto negli ultimi anni il numero di start up innovative è più che raddoppiato (circa 15.000 unità) crescendo soprattutto nei settori a più alta intensità di tecnologia e innovazione”.

Il rapporto GEM Italia – ideato per fornire una panoramica approfondita della situazione imprenditoriale italiana, ha interessato 46 paesi e coinvolto con interviste dirette oltre 100 mila individui e, in Italia, 2000 persone nel corso del 2023 – evidenzia segnali di ripresa negli ultimi anni, soprattutto dopo il periodo di crisi economica causato dalla pandemia. Il TEA (Total Early Stage Entrepreneurial Activity), principale indicatore di attività imprenditoriale, è infatti aumentato dal 2% nel 2020 all’8% nel 2023, confermando una ripresa post-Covid. Un altro elemento significativo è rappresentato dall’importanza dell’istruzione nell’incentivare la managerialità, con una maggiore propensione tra i laureati (in Italia il TEA relativo ai laureati è superiore al 10% contro il TEA relativo ai non laureati che è di poco superiore al 5%): in questo senso, la bassa percentuale di giovani con una laurea spiega la poca propensione ad avviare nuove aziende e avere spirito imprenditoriale.

Secondo Alessandra Micozzi, Professoressa Ordinaria di Economia Applicata e Preside della Facoltà di Scienze della Società e della Comunicazione Universitas Mercatorum “malgrado la ripresa degli ultimi anni, l’indagine GEM mostra un dato allarmante: l’Italia rimane fra i paesi a più bassa propensione imprenditoriale e tra quelli nei quali è più ampio il gap fra la propensione imprenditoriale della popolazione e l’effettiva attivazione di nuove imprese. A spiegare il gap tra propensione e attivazione vi sono sia fattori soggettivi, come la minore propensione al rischio, sia fattori di contesto, come la carenza di opportunità, le difficoltà regolamentari e normative”.

Per contrastare il ritardo dell’Italia in questo campo l’Universitas Mercatorum attiverà a giugno il Contamination Lab, un programma di alta formazione all’imprenditorialità aperto a studenti, dottorandi e assegnisti.

 

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