Il Washington Post che censura se stesso

Di il 11 Dicembre, 2024
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La caporedattrice Matea Gold è passata al New York Times e il direttore del quotidiano di Jeff Bezos ha deciso di non dare la notizia

A gennaio di quest’anno, Jeff Bezos ha scelto Will Lewis – un ex giornalista del Daily Telegraph e già Ceo della divisione Dow Jones di News Corp – come amministratore delegato del Washington Post.

Dopo la sua nomina si sono ripetuti episodi che hanno un tratto comune, ossia le recenti difficoltà del quotidiano della capitale statunitense a parlare di sé stesso. L’ultimo episodio riguarda l’autocensura della notizia che una delle caporedattrici più importanti del giornale è stata assunta dal New York Times.

Matea Gold, da oltre 11 anni al Washington Post, è considerata dalla redazione del giornale una figura centrale per la sua esperienza e affidabilità. “È rispettata e amata profondamente”, ha scritto su X Karen Tumulty, editorialista del quotidiano.

Lo scorso 9 dicembre, il Nyt ha scritto che Gold sarà la nuova numero due del suo ufficio a Washington, che da novembre è guidato da Dick Stevenson, un giornalista di lunga data del quotidiano newyorkese.

Non parliamo di noi

L’attuale direttore del Washington Post, Matt Murray, in precedenza alla guida del Wall Street Journal, ha rimpiazzato Sally Buzbee a giugno.

Nei piani dell’Ad Will Lewis, Murray avrebbe dovuto ricoprire la carica fino al giorno delle elezioni presidenziali, per poi lasciare il ruolo e passare a guidare una nuova divisione del quotidiano incentrata sui social media e il cosiddetto service journalism. Si tratta di quei contenuti mirati a stringere il legame con il pubblico, tramite spiegazioni e chiarimenti, consigli su come comportarsi in determinate situazioni e suggerimenti per gli acquisti.

Tuttavia, quello che Lewis aveva scelto come nuovo direttore, il giornalista inglese Robert Winnett, ha deciso di rimanere al Daily Telegraph, dove già lavora ed è vice-direttore del Telegraph.

Dopo il rifiuto di Winnett, Gold era considerata una delle candidate interne più concrete per sostituire Murray alla direzione del quotidiano.

Tuttavia, scrive Npr, alcune fonti hanno detto che Lewis aveva scartato l’opzione, avendo in mente altri candidati, tra cui lo stesso Murray e Clifford Levy, vice-editore di Wirecutter e The Athletic, due società del gruppo New York Times Company.

Di conseguenza, Murray sta ancora dirigendo il Washington Post ed è stato lui a dire ai redattori che il giornale non dovrebbe occuparsi di notizie che riguardano se stesso.

In realtà, il Washington Post di solito scrive dei cambiamenti che interessano la sua redazione, sia i giornalisti sia i direttori e gli editori.

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La sede del Washington Post.

Dove l’ho già visto

Negli ultimi tempi, molte personalità rilevanti del quotidiano se ne sono andate. Fra questi, l’ex direttrice Buzbee, passata a Reuters, e i reporter Shane Harris, ora all’Atlantic, e Devlin Barrett, al New York Times.

Negli scorsi mesi, quando già era Ad del Washington Post, Willis aveva provato a convincere l’allora direttrice Buzbee e la redazione a non riportare gli ultimi aggiornamenti sullo scandalo delle intercettazioni telefoniche che ha investito News of the World e altri tabloid inglesi della proprietà di NewsCorp – la società per cui Willis lavorava.

Le ultime notizie sul caso riguardavano la potenziale decisione del giudice di aggiungere lo stesso Willis ai nomi dei dirigenti accusati di aver occultato le prove delle intercettazioni illegali. Il Ceo del Washington Post avrebbe quindi provato a non far apparire la notizia sul giornale che amministra, anche se un suo portavoce ha negato questa versione.

Nello stesso periodo, il giornalista David Folkenflik stava seguendo la stessa vicenda per Npr.

Folkenflik ha scritto di aver ricevuto una proposta da parte del Ceo del quotidiano e di un suo portavoce. Se avesse deciso di non occuparsi del possibile coinvolgimento di Willis, questi gli avrebbe concesso un’intervista esclusiva sui suoi piani per il futuro del Washington Post – di cui era appena diventato amministratore delegato.

Npr ha deciso di pubblicare l’articolo e non ha intervistato Willis.

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