Lo scorso 6 dicembre, c’è stato un importante aggiornamento sul destino di TikTok negli Stati Uniti. La corte federale d’appello del distretto di Columbia ha respinto la richiesta di abrogare la legge che ne autorizza il divieto qualora, entro il prossimo 19 gennaio, la divisione statunitense della piattaforma non sia ceduta a un nuovo proprietario americano.
Due giorni fa si è aperto il nuovo capitolo di questa storia. Il social media e la società che lo possiede, ByteDance, hanno presentato ricorso a una corte federale d’appello per chiedere di sospendere l’entrata in vigore della legge fino a quando non si sarà pronunciata la Corte Suprema.
Da un lato, il Dipartimento di Giustizia chiede che la richiesta venga respinta subito. Infatti, secondo il governo, la motivazione presentata da TikTok – una presunta infrazione del primo emendamento della Costituzione sulla libertà di parola degli utenti e dei proprietari delle app – è stata già respinta nella sentenza del 6 dicembre.
Dall’altro, il social media spera che la legge venga sospesa per dare alla Corte Suprema più tempo per esaminare il caso ed esprimersi.
Danni collaterali
Nella nota pubblicata da TikTok, la piattaforma sottolinea i pesanti danni economici per gli utenti e le aziende statunitensi che basano il loro modello aziendale sui contenuti pubblicati sul social media cinese.
Negli Stati Uniti, TikTok ha 170 milioni di utenti. Secondo le stime diffuse dal social media, il divieto causerebbe perdite per oltre un miliardo di dollari per le piccole imprese e quasi 300 milioni di dollari per i creator.
TikTok sostiene di aver contribuito per 24,2 miliardi di dollari al Pil degli Stati Uniti nel 2023, attraverso pubblicità, marketing e visualizzazioni organiche. A questi si aggiungerebbero altri 8,5 miliardi di dollari generati dalle operazioni fatte direttamente della piattaforma.
Se la legge entrasse in vigore, scrive Axios, aziende come Google e Apple dovrebbero eliminare TikTok dai loro app store. In caso contrario, andrebbero incontro a una pena di cinquemila dollari per ogni utente ancora attivo sulla piattaforma.
Il divieto avrebbe due conseguenze. In primo luogo, renderebbe impossibile, per chi non è ancora iscritto, scaricare l’applicazione e creare un profilo. Chi ha già un account potrà continuare ad accedere. L’app, però, non potrebbe più essere aggiornata e nel tempo perderebbe la sua funzionalità.
Tribunali e Trump
Michael Hughes, un portavoce di TikTok, ha dichiarato che la compagnia spera nella difesa del diritto alla libertà di parola che la Corte Suprema ha dimostrato di voler proteggere nel corso degli anni.
Se invece il divieto entrasse in vigore, ByteDance dovrebbe vendere – dopo aver ottenuto il difficile permesso del governo di Pechino – la sua divisione statunitense a una società americana. Una delle opzioni più concrete a quel punto sarebbe Project Liberty di Frank McCourt.
L’alternativa risponde al nome di Donald Trump. Il presidente eletto ha cambiato la sua opinione su TikTok. Sebbene continui a riconoscerne i pericoli per la sicurezza degli Stati Uniti, è passato dal provare a chiudere la piattaforma a iscriversi e volerla salvare.
TikTok potrebbe fare pressione sul presidente – attraverso personalità a lui vicine con interessi economici nel social media.
Trump avrebbe due opzioni. Potrebbe provare a convincere il Congresso a votare per l’abrogazione della legge. Entrambi i rami del parlamento saranno infatti a guida repubblicana, anche se la maggioranza alla Camera è di pochi voti. In alternativa, il presidente potrebbe cercare di persuadere il procuratore generale a non applicare il divieto.
In ogni caso, c’è tempo sufficiente perché Trump cambi di nuovo idea su TikTok prima di tornare alla Casa Bianca.