Nel tentativo di contrastare le crescenti pressioni del governo statunitense, TikTok nel 2022 gli propose un accordo particolarmente vantaggioso. L’app di video brevi, di proprietà della società cinese ByteDance, avrebbe permesso ai funzionari federali degli Stati Uniti di nominare il consiglio di amministrazione della parte americana dell’azienda, garantendo loro anche il potere di veto su ogni nuova assunzione. Inoltre, TikTok avrebbe concesso al governo di avere un controllo diretto sul suo codice sorgente e proposto l’installazione di un “kill switch”, una misura estrema per disattivare l’app a livello nazionale in caso di emergenze legate alla sicurezza nazionale.
L’amministrazione di Joe Biden ha rifiutato l’offerta
Tuttavia, l’amministrazione di Joe Biden ha rifiutato l’offerta, scegliendo una via più radicale. Un recente (e tanto discusso) disegno di legge firmato dal presidente impone la vendita forzata di TikTok o addirittura il suo divieto completo sul suolo americano. La decisione di non accettare l’offerta di TikTok è avvenuta nonostante l’app abbia raddoppiato la sua base di utenti americani dal 2019, arrivando a oltre 170 milioni. La decisione di respingere la proposta, nota come “Project Texas”, rischia ora di diventare la chiave di una battaglia legale che potrebbe arrivare fino alla Corte Suprema.
L’amministrazione Biden non ha fornito spiegazioni pubbliche sul rifiuto di questa proposta. TikTok, nel frattempo, sostiene che la legge in questione violi il Primo Emendamento degli Stati Uniti, che tutela la libertà di espressione.
Gli inutili tentativi di TikTok
Nonostante le controversie, TikTok ha intrapreso alcune iniziative per mitigare le preoccupazioni, come il trasferimento dei dati degli utenti americani su server gestiti da Oracle in Texas e il rafforzamento delle misure di sicurezza interna. Tutte iniziative che non sembrano essere state sufficienti per eliminare le preoccupazioni del governo riguardo alla raccolta di dati e alla possibile influenza cinese attraverso l’app.