Il catch-and-kill di David Pecker, gli occhi e le orecchie di Trump nelle elezioni che lo portarono alla Casa Bianca

Di il 28 Aprile, 2024
Durante lo storico processo che vede protagonisti Trump e l’attrice di film porno Stormy Daniels, Pecker ha parlato di tecniche di manipolazione mediatica usate per influenzare le elezioni del 2016

David Pecker, ex editore del National Enquirer, ha alzato il velo sulla collaborazione segreta tra il tabloid e Donald Trump. E lo ha fatto nell’attesissima comparizione in tribunale durante lo storico processo all’ex presidente incriminato con 34 capi d’accusa per aver pagato in nero, nel 2016, l’attrice di film porno Stormy Daniels per tacere sulla loro relazione.

Pecker ha parlato di tecniche di manipolazione mediatica usate per influenzare le elezioni del 2016. Testimoniando sotto giuramento, l’editore ha confessato di aver pubblicato articoli positivi su Trump mentre diffamava i suoi avversari con notizie negative e spesso false, seguendo le direttive di Michael Cohen, ex avvocato di Trump.

Il testimone ha spiegato come lui e Cohen abbiano operato per ‘catch-and-kill’ (catturare e uccidere) storie che avrebbero potuto danneggiare Trump, come la relazione con l’ex modella di Playboy Karen McDougal, relazione sepolta con un pagamento di 150mila dollari. La strategia include quindi l’acquisto di storie potenzialmente dannose, solo per non pubblicarle, proteggendo così l’immagine di Trump. E Pecker era un maestro di questa tecnica, stipulando in passato accordi con diverse celebrità tra cui Arnold Schwarzenegger e Tiger Woods.

L’interazione tra Cohen e Pecker non si limitava all’ex inquilino della Casa Bianca, con cui interagiva attraverso una email segreta rivelata solo a pochi selezionati all’interno dell’Enquirer. Durante le primarie repubblicane prima delle elezioni del 2016, il National Enquirer ha attaccato anche altri candidati come Ted Cruz e Marco Rubio, operando come un braccio propagandistico su istruzione di Cohen. Pecker ha ricordato la gioia di Trump anche quando l’Enquirer pubblicava storie negative sui Clinton, sottolineando la natura partigiana e immorale di tali operazioni.

 

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