I profili falsi di giornalisti economici usati per le truffe su Facebook

Di il 16 Aprile, 2025
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Diversi gruppi fraudolenti utilizzavano volti noti come quello del conduttore della Cnn, Richard Quest. E la simulazione era identica all’originale

Richard Quest è uno dei volti della Cnn, ma la sua notorietà è stata sfruttata per promuovere investimenti su Facebook, come già accaduto a figure come l’imprenditore Scott Galloway e l’ospite fissa di Fast Money sulla Cnbc, Karen Finerman.

Ad accorgersi dell’uso improprio dell’immagine di Richard Quest è stata Press Gazette, che ha poi diffuso la notizia dell’associazione fraudolenta tra il volto del giornalista e un gruppo chiamato Richard Wealth Guide.

La Cnn a quanto pare aveva già fatto richiesta di rimozione di questi contenuti a Facebook, appellandosi all’uso di immagini con copyright senza licenza e ottenendone una pronta rimozione.

Intanto però, sui gruppi Whatsapp si cominciava a chiedere pareri al presunto Quest su certe manovre finanziarie, ottenendo in risposta che il giornalista era un po’ troppo impegnato.

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Foto: Canva.

Non era poi così incredibile

Non ci si può aspettare immediatamente che gli utenti sappiano distinguere il vero dal falso, soprattutto quando l’IA si sta sviluppando verso forme sempre più credibili di produzione audiovisiva. 

Quest si era già espresso sui dazi in un video guardato da milioni di utenti.

Infatti, la presenza frammentata su molti media, che ha portato vecchi volti della Cnn stessa a essere presenti – con importanti guadagni – su altre piattaforme, rende plausibile queste dinamiche.

Il social di Meta riceve ricavi dalla promozione di questi gruppi, che rimandano all’altro social della stessa azienda, cioè Whatsapp.

L’azienda, indagata per monopolio, non sembra aver fatto granché per arginare questi fenomeni con fermezza.

Di recente, i contenuti falsi generati con l’IA sono stati molto più frequenti su Facebook, e molti di questi vanno virali, aumentando il traffico sulla piattaforma e quindi il valore della pubblicità. 

Dal punto di vista delle tempistiche, questo giunge poco dopo l’entrata in vigore delle community notes sulle piattaforme di Meta, a seguito della sua ritirata dall’impegno sul fact-checking. 

Distinguere la realtà dalla finzione diventerà sempre più difficile e così la battaglia per la reputazione e la fiducia.

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Foto: Pexels.

Troppo reale questa IA

Si presenta perciò un dilemma per chiunque voglia investire per la promozione sul social: cosa succede se importanti e blasonate testate finanziare finiscono in una bacheca accanto a un fasullo consulente finanziario?

La Cnn ha già la sua strategia in mente: per esempio, crearsi al suo interno una serie di prodotti digitali che possano competere direttamente non solo sul piano informativo, ma su quello dell’intrattenimento e dello stile di vita.

Intanto, la competizione contro Meta arriva da tutte le parti, ora che anche OpenAI sta pensando di lanciare il proprio social.

Del resto, se non si può sconfiggere il fenomeno dentro Meta stesso, si possono invece attrarre gli utenti all’esterno, creando piattaforme proprio da vendere come unico sportello attendibile.

Se si cerca un anchor man della Cnn, lo si troverà solo sulla app Cnn.

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Ludovica Taurisano è dottoranda di ricerca in Global History and Governance per la Scuola Superiore Meridionale di Napoli, con un progetto di ricerca sull’editoria popolare e l’informazione politica negli anni Sessanta e Settanta. Con una formazione in teoria e comunicazione politica, si è occupata di processi di costruzione dell’opinione pubblica; ha collaborato con l’Osservatorio sulla Democrazia e l’Osservatorio sul Futuro dell’Editoria di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Oggi è Program Manager per The European House – Ambrosetti. Scrive di politica e arti performative per Birdmen Magazine, Maremosso, Triennale Milano, il Foglio, Altre Velocità e chiunque glielo chieda. Ogni tanto fa anche cose sul palco.