I giornali possono guadagnare con Apple News+

Di il 12 Marzo, 2025
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La versione a pagamento del servizio di notizie offre ai gruppi editoriali una modalità di guadagno differente rispetto a quella gratuita e sta riscuotendo il favore di molte testate

I social media portano sempre meno traffico ai siti di informazione, Google spadroneggia e promuove contenuti più leggeri e le piattaforme di intelligenza artificiale contano ancora troppo poco. In questo quadro variegato, c’è un’altra arma – a doppio taglio – per i gruppi editoriali in cerca di soldi: Apple News+.

Si tratta del servizio di abbonamento del gruppo guidato da Tim Cook, che prevede un abbonamento di 12,99 dollari – sterline nel Regno Unito – al mese per avere accesso illimitato agli articoli a pagamento di oltre 400 riviste, fra cui Wall Street Journal, New Yorker, Atlantic e Los Angeles Times.

Apple trattiene per sé la metà delle entrate provenienti dagli abbonamenti ad Apple News+, mentre il restante 50% è ripartito fra le testate in modo proporzionale al tempo di lettura degli articoli.

Vengono quindi premiati i giornali che pubblicano gli articoli più coinvolgenti, in grado di tenere gli utenti attaccati allo schermo dello smartphone più a lungo.

La versione gratuita del servizio, Apple News, basa invece i suoi ricavi sulle pubblicità.

In questo caso, i gruppi editoriali possono richiedere il 70% delle entrate derivanti dagli annunci venduti da Apple o società terze o trattenere il totale dei ricavi generati dagli annunci che essi stessi piazzano direttamente.

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Nuova occasione

Secondo Digiday, un numero crescente di gruppi editoriali considera Apple News+ un’opportunità concreta per diversificare i propri ricavi e aggiungere una freccia al proprio arco.

L’ultima novità dell’applicazione, prevista per aprile con l’aggiornamento iOS 18.4, è l’aggiunta di una nuova sezione dedicata agli articoli sul cibo, Apple News+ Food.

Il gruppo editoriale statunitense Dotdash Meredith, già presente sull’applicazione con le sue testate in altri settori, ha annunciato di aver firmato una collaborazione con Apple per inserire sulla piattaforma le sue riviste di cucina – fra cui Allrecipes, Food & Wine e Serious Eats.

“Ci aspettiamo un cambiamento significativo nell’engagement”, ha detto a Digiday Alysia Borsa, direttore commerciale di Dotdash Meredith, anche se non è chiaro quanto gli editori possano davvero guadagnare dall’ingresso in Apple News+ Food.

Di certo, la nuova proposta sembra allettante per l’industria editoriale, tanto che hanno aderito anche Condé Nast, Hearst e i britannici Telegraph e Good Food.

Come il New York Times

Sia l’azienda di Cook sia i giornali che hanno accettato di prendere parte alla nuova sezione dell’app sperano che l’iniziativa possa avere un successo simile a quello ottenuto da NYT Cooking, la guida di ricette del New York Times.

Digiday evidenzia infatti che, sebbene il quotidiano newyorkese non offra numeri precisi a riguardo, nel suo ultimo rapporto sugli utili viene segnalato come un terzo dei suoi 10,8 milioni di abbonati paghi soltanto per prodotti in ambiti più leggeri – fra cui proprio Cooking, oltre a Games, Wirecutter, Audio e The Athletic.

A prescindere dalla nuova sezione Food, Apple News e la sua versione a pagamento si stanno rivelando fonti affidabili per alcune testate.

“Apple è di gran lunga il partner di distribuzione più prezioso per l’Atlantic“, ha detto Megha Garibaldi, chief growth officer del magazine.

“L’engagement è in crescita, soprattutto in un momento in cui il traffico proveniente da altre piattaforme, un tempo affidabili, sta diventando sempre più volatile”, ha aggiunto.

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La sede di Apple a Cupertino, in California. Foto: Flickr.

Vecchi problemi

Resta comunque la questione dei ricavi sulla versione gratuita del servizio – Apple News.

La società di Cupertino, infatti, segue regole di protezione dei dati personali molto stringenti, che impediscono di identificare segmenti precisi di pubblico e, dunque, di monetizzare in modo più efficace dalle pubblicità.

Nonostante venga riconosciuto alla testate il 70% dei ricavi delle inserzioni, le cifre sono comunque “nell’ordine delle centinaia di migliaia di dollari all’anno, quando sarebbero nell’ordine dei milioni se il traffico fosse sul sito proprietario”, ha dichiarato a Digiday un manager di un’importante editore presente su Apple News.

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Journalist writing on European politics, tech, and music. Bylines in StartupItalia, La Stampa, and La Repubblica. From Bologna to Milan, now drumming and writing in London.

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