A seguito del forte calo del traffico sulle testate online, dovuto principalmente all’allontanamento delle piattaforme social dal business delle news, gli editori stanno puntando sempre più sulla nuova funzione dell’app di messaggistica più utilizzata al mondo. WhatsApp, di proprietà di Meta, consente infatti di creare un canale unidirezionale e di mandare i link degli articoli direttamente ai follower.
Come funzionano i canali WhatsApp?
I canali WhatsApp, introdotti dall’app lo scorso anno, sono separati dalla sezione principale dei messaggi dell’app, e possono essere creati da persone o organizzazioni per inviare video, testi o link a chiunque li segua. Per unirsi a un canale, gli utenti non devono fornire informazioni private come numero di telefono o e-mail e possono interagire ai post con un’emoji o inoltrare i link su una chat privata.
Il traffico generato da WhatsApp è ancora minimo rispetto a quello proveniente da Google e Facebook. Motivo per cui alcuni editori restano cauti, anche se ultimamente è una delle poche fonti di traffico in crescita e rappresenta il tentativo di molte testate giornalistiche di costruire relazioni dirette con il pubblico per condurlo ai loro siti web, anziché dipendere dai tradizionali social media.
Il rapporto tra Meta e gli editori
Dal 2015 Facebook ha lanciato varie iniziative per finanziare il giornalismo, collaborando con le testate giornalistiche per ospitare gli articoli sulla piattaforma, per poi cambiare strategia ed eliminare le rispettive funzioni. Negli ultimi anni, infatti, il CEO di Meta, Mark Zuckerberg, ha confermato che l’azienda non è più interessata a dare spazio a notizie o a contenuti politici sulle sue piattaforme per concentrarsi sui prodotti e sui servizi di maggiore valore per gli utenti.
Meta ha anche lasciato intendere che potrebbe introdurre dei canali a pagamento, consentendo agli utenti di guadagnare offrendo post esclusivi ai loro iscritti, seguendo l’esempio di aziende come OnlyFans e X.
Quali testate giornalistiche sono sbarcate su WhatsApp?
Numerosi media hanno già registrato milioni di follower sui canali WhatsApp, tra cui CNN (14,5 milioni), The New York Times (14 milioni), BBC News (9,3 milioni), The New York Post (8,1 milioni), The Wall Street Journal (4,7 milioni) e The Washington Post (3,8 milioni).
Il Financial Times, invece di creare un unico canale, ne ha tre attivi su temi specifici: i mercati finanziari (209.000 follower), la guerra Israele-Hamas (53.000) e le elezioni negli Stati Uniti (22.000).
FT ha condotto un sondaggio tre mesi dopo l’inizio del suo esperimento sui canali WhatsApp dal quale è emerso che molti utenti desiderano più notifiche push dal canale e che i follower non provengono solo da Regno Unito, Stati Uniti e India: “abbiamo anche molti lettori dal sud del mondo. È molto interessante, e siamo davvero felici di aver raggiunto persone che normalmente non raggiungeremmo” ha detto Banning-Lover, responsabile dei social media di FT.
Anche The Atlantic ha creato un canale WhatsApp, che conta 2,8 milioni di follower, come spazio di sperimentazione piuttosto che come principale fonte di traffico, ha detto Adrienne LaFrance, direttrice della testata, aggiungendo:
“Occasionalmente vediamo una piccola parte di lettori arrivare da WhatsApp, ma niente di paragonabile a piattaforme come Facebook o Google, anche in questa nuova era del web post-social. Vogliamo raggiungere il nostro pubblico ovunque si trovi perché il web sta attraversando un cambiamento drammatico, e questo può creare incertezza, ma offre anche enormi opportunità per i giornalisti di connettersi con i lettori in nuovi modi”.
Questo trend è arrivato in poco tempo anche in Italia, con quasi tutte le testate che hanno aperto un canale WhatsApp.