Il giornalismo di tutto il mondo si è raccontato a Perugia durante il Festival Internazionale del Giornalismo. I temi trattati sono stati molti, ogni relatore ha messo sul tavolo spunti di riflessione interessanti su alcune delle questioni cruciali per l’industria dell’informazione in un momento di sconvolgimenti politici e sociali.
Alla luce quindi di quanto emerso cerchiamo di fare il punto sullo stato di salute del giornalismo e quali sono i focus di interesse per la professione.
Il contenuto audio è un campo fertile per la sperimentazione dell’intelligenza artificiale
Come si può immaginare l’intelligenza artificiale è stata più volte argomento di discussione da parte dei relatori dell’evento. Un punto di vista interessante è stato proposto dal giornalista irlandese Mark Little, il quale ha tenuto un panel sulle opportunità che l’intelligenza artificiale offre alle testate giornalistiche nella creazione di nuovi prodotti multimediali come i podcast di approfondimento.
Un esperimento interessante è quello di Aftenposten, uno dei maggiori quotidiani norvegesi, il quale hanno creato delle pillole di politica e società, sotto forma di articoli e audio tradotti in molteplici lingue, rivolti ai migranti al fine di facilitarne l’integrazione.
L’audio basato sull’intelligenza artificiale può essere un ottimo strumento per rende i contenuti accessibili anche alle persone neurodivergenti che hanno difficoltà a leggere.
Legiferare o no per regolamentare l’AI senza soffocare la libertà di stampa
Naturalmente l’intelligenza artificiale è uno strumento potente e dalle infinite evoluzioni, per questo i governi si stanno mobilitando per regolamentarne l’utilizzo. Durante un panel moderato dal ricercatore Felix Simon, è stato esaminato se e come i governi dovrebbero o no regolamentare l’intelligenza artificiale e come tali regole potrebbero influenzare il giornalismo negli anni a venire.
La redattrice indiana Ritu Kapur ha affermato di comprendere la necessità di una legislazione, ma ha espresso le sue preoccupazioni per il fatto che sempre più governi stanno utilizzando l’AI durante le campagne elettorali ottenendo notevoli vantaggi. Questo potrebbe portarli a legiferare a loro beneficio minando però la libertà di stampa.
I media di servizio pubblico hanno ancora un pubblico che li ascolta?
Durante un confronto tra giornalisti presenti al Festival è stata affrontata la questione della reputazione sempre più negativa che i media del servizio pubblico hanno nel mondo della comunicazione.
Stiamo assistendo ad un progressivo allontanamento degli utenti, soprattutto più giovani, dai media tradizionali. Se un tempo erano considerati sicuri e affidabili, oggi l’influenza che la politica esercita su di essi non fa che giocare a loro svantaggio.
“Dovremmo essere molto più coraggiosi nel perseguire la verità senza paura o favoritismi”, ha affermato Naja Nielsen della BBC, sostenendo che la sua emittente sta cercando di essere molto più esplicita e trasparente su ciò che fa. “Essere un’autorità oggi richiede onestà”, ha spiegato. “I giovani non si fideranno di noi solo perché siamo la BBC”.
I social media non sono mai stati così impegnativi per i giornalisti
Social si o social no? Parlarne sembra banale perché ormai è fuor di dubbio che i social media rappresentano l’opportunità per giornalisti di raggiungere una platea sempre più ampia.
Johanna Rudiger, una giornalista di DW che ha costruito un vasto pubblico su TikTok e Instagram, ha parlato del suo lavoro. “È facile diventare virali con le opinioni, ma le persone apprezzano la tua neutralità ed è così che crei fiducia“, ha detto. “La maggior parte dei giovani riceve le notizie da TikTok e Instagram. Quindi per noi giornalisti è ovvio che dobbiamo essere su queste piattaforme”.
La deriva di X post Elon Musk
Dopo l’acquisizione di Elon Musk, X ha subito un cambiamento in negativo con un aumento di disinformazione, hate speech, trolling e molestie.
Il giornalismo prima onnipresente su Twitter oggi sembra migrare verso altre piattaforme. Tuttavia, molti rimarranno finché ci saranno persone sulla piattaforma alla ricerca di notizie autentiche e funzionari pubblici che la utilizzeranno per gli annunci.
Aaron Rupar, giornalista indipendente, ha consigliato ai colleghi che vogliono continuare a utilizzare la piattaforma di mettere insieme un elenco di account fidati da seguire per evitare di incappare in fake news.
Il fact-checking si sta evolvendo ed è più rilevante che mai
Alla luce di quanto detto fino ad ora il fact-checking si sta evolvendo ed è più rilevante che mai. Nonostante gli utenti si trovino di fronte a uno tsunami di informazioni errate e false da contrastare, le quali non fanno altro che alimentare ostilità, i fact-checker stanno ancora svolgendo un lavoro importante.
Questi siti che prima erano concentrati principalmente sul controllo delle dichiarazioni dei politici, oggi si focalizzano molto sullo sfatare le bufale online.
Proprio perché le piattaforme social non sono fonti attendibili dove recuperare notizie è sempre più importante che portavoce, PR e giornalisti lavorino in sinergia per creare un sistema informativo affidabile.
Come ha affermato il giornalista di BBC Verify Shayan Sardarizadeh: “I giorni in cui le persone sedevano davanti alla televisione e guardavano le notizie o compravano il giornale sono finiti. Oggi la gente va sui social media. Quindi, se non sai cosa sta succedendo su queste piattaforme, non conosci il valore di questo lavoro”.