
Articolo aggiornato alle 19.42 del 9 aprile 2025.
Una “pausa di 90 giorni sui dazi”. Questa informazione di circa 48 ore fa, prima che venisse confermata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump escludendo soltanto la Cina dalla misura, ha circolato in rete per diverse ore, gettando nel panico investitori, industriali, imprenditori e coloro che sono appesi alle decisioni della politica commerciale di Trump.
La notizia di due giorni fa, invece, era una fake news.
Smentita poco dopo dalla Casa Bianca, non ha subito convinto tutti. In tanti hanno continuato a credere che, probabilmente, quella pausa potesse essere plausibile.
Un evento che, senza dubbio, invita a riflettere non solo sul poter dei social ma anche su quanto sia difficile debellare le informazioni che, alla velocità della luce, vengono riprese, commentate, condivise, screenshottate, e fanno il giro del mondo. E non ci si stanca mai di dirlo: il controllo della fonte in questi casi è la prova del nove.
Step 1: verificare le fonti
In questa particolare evenienza, la notizia giungeva da qualcuno identificato come “Walter Bloomberg” – nickname su X: @DeItaone, ma non collegato ad alcuna testata giornalistica, come si legge su FoxNews. DeItaone ha pubblicato in rete un post (prontamente rimosso) che recitava: “HASSETT: TRUMP STA VALUTANDO UNA PAUSA DI 90 GIORNI SUI DAZI PER TUTTI I PAESI TRANNE LA CINA”.
L’affermazione ha scatenato il caos su tutto il mercato azionario.
Solo che Kevin Hassett, direttore del consiglio economico della Casa Bianca, non l’ha mai detto.
Ma il conduttore mattutino della Cnbc, Carl Quintanilla, ha comunicato ai telespettatori: “Penso che possiamo continuare con questo titolo. A quanto pare, Hassett ha affermato che Trump prenderà in considerazione una sospensione di 90 giorni dei dazi per tutti i Paesi tranne la Cina”.

Kevin Hassett. Foto: Wikipedia.
La Reuters ha poi pubblicato questo titolo: “Wall Street cambia rotta dopo i commenti di Hassett sulla sospensione dei dazi”.
Ciò che Hassett ha effettivamente detto, quando su FoxNews gli è stato chiesto se Trump avrebbe preso in considerazione una sospensione dei dazi di 90 giorni, è stato: “Penso che il presidente deciderà quello che deciderà”.
Non esattamente la stessa cosa rispetto a quanto stava circolando in quelle ore.
Ma il mercato è schizzato alle stelle.
L’agenzia di stampa Reuters ha ammesso l’errore. “Reuters ha ritirato il rapporto errato e si rammarica del suo errore”.
Una portavoce della Cnbc ha dichiarato in seguito: “Mentre seguivamo le notizie in tempo reale sull’andamento del mercato, abbiamo trasmesso informazioni non confermate in un banner. I nostri giornalisti hanno prontamente apportato una correzione in diretta”.
Identità in prestito
Secondo quanto si legge sulla Cnn, l’account “Walter Bloomberg” sembra prendere in prestito il nome dalla nota testata di notizie finanziarie Bloomberg per acquisire credibilità.
L’utente, che conta oltre 800.000 follower, pubblica spesso notizie flash riprese, appunto, da Bloomberg, Reuters e altre testate.
E nonostante l’account di @DeItaone sia connotato dalla spunta blu, che su Twitter indicava che l’identità del titolare dell’account era stata verificata, quando Musk ha rilevato la piattaforma, ha trasformato la spunte blu in un servizio a pagamento.
Pertanto, oggi, chiunque voglia pagare può risultare come “account verificato”.
Da quel momento le varie testate hanno ammesso di aver ripreso la notizia, a loro volta, da altre. E così via, innescando una vera e propria miccia sui social e non solo.
Questo è solo un esempio, come tanti, che, ancora una volta, riporta alla luce quanto nel complicato mondo dell’iperconnessione e della velocità riuscire a distinguere il vero dal falso sia, in certi casi, davvero complicato.