Il recente scambio acceso tra i giornalisti e Karine Jean-Pierre, responsabile stampa della Casa Bianca, è l’ennesima prova delle tensioni tra l’amministrazione Biden e i media, sempre più preoccupati dalla questione dell’età del presidente e dalla scarsa trasparenza dei suoi responsabili della comunicazione.
Lo scontro con i giornalisti sull’età del presidente Biden
Durante un punto stampa tenutosi lo scorso lunedì, i giornalisti che seguono Washington hanno espresso frustrazione per la mancanza di chiarezza e accesso diretto al presidente, una situazione aggravata dalla pessima performance di Biden nel dibattito alla CNN. Il confronto si è acceso in particolare sulle presunte numerose visite di un esperto di Parkinson alla Casa Bianca, un fatto emerso attraverso i registri pubblici dei visitatori consultati dal New York Times. In risposta alle domande, Jean-Pierre ha evitato di confermare i dettagli, citando questioni di sicurezza e privacy, sollevando ulteriori dubbi tra i corrispondenti.
Motivo per cui la gestione delle domande sensibili da parte del predecessore di Jean-Pierre, Jen Psaki, è stata lodata dai giornalisti per il suo approccio diretto e meno evasivo. Gli stessi giornalisti hanno ipotizzato inoltre che Jean-Pierre non sia così vicina alla cerchia ristretta di Biden come il suo predecessore, anche se fonti della Casa Bianca hanno sostenuto il contrario.
In difesa, la Casa Bianca ha distribuito una lettera del medico personale del presidente, che nega qualsiasi diagnosi o trattamento del Parkinson. Tuttavia, il mancato accesso alle informazioni ha solo rafforzato le percezioni di un’amministrazione riluttante a discutere apertamente di questioni delicate.
La copertura dell’età di Biden è diventata un tema caldo tra la stampa. Molti nel team di Biden vedono questa enfasi come un tentativo da parte dei media di distogliere l’attenzione da questioni più serie, come le minacce continue alla democrazia rappresentate dall’ex presidente Trump.
Due comunicatori “aggressivi”
La tensione tra la stampa e la Casa Bianca si è anche manifestata in altri contesti, come dimostra uno scambio tra l’editorialista del New York Times Maureen Dowd e il portavoce della campagna di Biden, TJ Ducklo, che ha tentato di modificare il testo di un articolo di Dowd.
Andrew Bates, portavoce della Casa Bianca, ha difeso vigorosamente Jean-Pierre, sottolineando che Biden ha sempre rispettato e valorizzato il ruolo della stampa nella democrazia americana, contrariamente agli attacchi diretti di precedenti amministrazioni.
I corrispondenti alla Casa Bianca descrivono Ducklo e Bates come comunicatori “aggressivi” rispetto al resto del loro team quando interagiscono con i media, anche se entrambi hanno il merito di essere reattivi alle domande dei giornalisti. Il loro approccio da bulldog a difesa del presidente è visto da alcuni come un riflesso delle tattiche eccessivamente protettive per difendere il presidente sulla questione dell’età.
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