Nei giorni scorsi Donald Trump ha accettato i termini per il dibattito del 10 settembre contro la candidata democratica Kamala Harris. Nonostante ciò, l’ex presidente degli Stati Uniti continua a scagliare accuse contro la rete che trasmetterà l’evento, ABC News.
È da diversi mesi ormai che le tensioni tra Trump e ABC sono evidenti: il tycoon ha fatto causa al conduttore della rete televisiva George Stephanopoulos per diffamazione e si è scontrato contro una loro giornalista durante una convention di giornalisti afroamericani, definendo una sua domanda “sgradevole” e l’emittente “terribile“. Ha preso di mira anche un altro conduttore della rete, un collaboratore politico e un alto dirigente della Disney, società madre di ABC.
L’ex presidente ha chiaramente manifestato il suo disappunto nei confronti di ABC News su Truth Social, la sua piattaforma. Inizialmente, aveva espresso dubbi sulla sua partecipazione il 10 settembre temendo un trattamento poco imparziale da parte dell’emittente. Tuttavia, ha poi annunciato di aver raggiunto un accordo sui termini del dibattito con la candidata Kamala Harris.
I termini del dibattito Trump vs. Harris del 10 settembre
Inizialmente, la campagna di Kamala Harris aveva proposto di tenere entrambi i microfoni accesi, mentre il team di Trump insisteva per mantenerli disattivati, come avvenuto nel dibattito di giugno su CNN tra il tycoon e il presidente Biden.
Alla fine, l’ex presidente ha annunciato su Truth Social che le regole del dibattito sarebbero state le stesse di quelle adottate su CNN, incluso il divieto di utilizzare appunti.
Ma, nonostante abbia confermato la sua partecipazione al dibattito su ABC, il tycoon continua a criticare duramente l’emittente, definendola “il canale più ostile e ingiusto del settore”.
Perché Trump continua a scagliarsi contro ABC News?
Non è la prima volta che Trump attacca il mondo dell’informazione: operare in questo settore significa spesso diventare un bersaglio facile. Infatti, quasi tutti i principali media hanno subito la sua ira. Per citare qualche esempio, l’ex presidente ha definito il New York Times “un nemico del popolo” e BuzzFeed “un cumulo di spazzatura in fallimento”.
“Quando Trump critica i media, non è sempre per una specifica lamentela riguardo a un conduttore, un intervistatore o l’atteggiamento della rete. Piuttosto, sembra che lo faccia per ciò che gli è tatticamente vantaggioso in quel momento”, ha osservato Nancy Gibbs, direttrice dello Shorenstein Center presso la Kennedy School di Harvard ed ex direttrice del TIME.
I dibattiti presidenziali sono eventi di grande importanza per i canali di notizie come ABC, considerando il vasto pubblico che possono raggiungere. Il dibattito di giugno sulla CNN, ad esempio, ha attirato più di 50 milioni di spettatori su oltre una dozzina di reti che trasmettevano l’evento della CNN, secondo i dati di Nielsen.
Trump accusa Disney di favoritismi
L’ex presidente ha sollevato dubbi anche sul legame tra Kamala Harris e Dana Walden, dirigente della Disney. Secondo Trump, Walden, descritta come “la migliore amica di Kamala e direttrice di ABC”, potrebbe favorire Harris facendole avere in anticipo le domande del dibattito. Walden, co-presidente di Disney Entertainment, è amica di Harris fin dagli anni ’90. Suo marito, Matt Walden, è amico di Doug Emhoff, marito di Harris, dalla fine degli anni ’80, come confermato dalla Disney.
I Walden hanno sostenuto le campagne elettorali di Harris e organizzato una raccolta fondi per lei nel 2022. Tuttavia, da quando Walden è diventata responsabile di ABC News nel 2022, ha evitato gli eventi legati a Harris per scongiurare conflitti di interesse e apparenti favoritismi, come dichiarato recentemente da persone a lei vicine.
Disney ha precisato che, sebbene Walden sia coinvolta nella gestione e nell’assunzione dei dirigenti di ABC News, non partecipa alle decisioni editoriali e non ha mai preso parte a riunioni di redazione.
Secondo gli esperti, le accuse di Trump sono una tattica per screditare l’emittente ABC News in vari modi, in vista del dibattito del 10 settembre.
