
Dopo il boom registrato da Bluesky che, proponendosi al mercato come alternativa a X di Elon Musk, oggi conta quasi 34 milioni di account e circa 1,6 milioni di utenti attivi al giorno, chi sa se l’app diventerà una sorta di “nuovo fediverso”.
Secondo alcuni analisti, come si legge su NiemanLab, non sarà facile ma nemmeno impossibile. Prima, però, un passo indietro. Su quali basi software si muove Bluesky? E perché dovrebbe aspirare a diventare un nuovo fediverso?
Bluesky, nascita e storia
Bluesky, l’app che si ispira a X, avviata nella primavera del 2023 e oggi accessibile a livello globale, è stata fondata dallo stesso co-founder ed ex amministratore delegato di Twitter, Jack Dorsey.
Con un’interfaccia molto simile a Twitter, Jack Dorsey ha iniziato a mettere a punto Bluesky quando ancora lavorava per quello che oggi è X, con l’idea di farne un social media decentralizzato per una moderazione dei contenuti meno dipendente dalla società.
Oggi Bluesky è una piattaforma di microblogging che usa AT Protocol, un protocollo, appunto, decentralizzato, disponibile per Android, iOs e web.
Quello che cambia, rispetto ai social già consolidati, è l’assenza di un organismo centrale di controllo e la possibilità, per ogni iscritto, di creare stanze di discussione così come algoritmi per personalizzare il flusso di post in bacheca.
A differenza degli altri social, Bluesky non include i suggerimenti dell’algoritmo come caratteristica standard nei feed degli utenti.
Caratteristica che ha portato, appunto, alla popolarità degli starter pack: pacchetti, creati dagli utenti, che raggruppano account legati a temi specifici e che hanno incentivato la rapida crescita degli utenti sulla piattaforma.
Molte testate, come Semafor, hanno creato i propri starter pack per permettere agli users di seguire facilmente tutti i loro giornalisti. E molti giornalisti sono migrati da X a Bluesky.
Come funziona il fediverso
Pensato come una rete composta da server indipendenti che ospitano diverse piattaforme digitali, il fediverso è un modello decentralizzato che permette agli utenti di interagire tra diverse piattaforme senza dover creare account separati per ciascuna.
Le realtà presenti all’interno del fediverso utilizzano standard comuni di comunicazione, come ActivityPub – protocollo usato anche da Mastodon, che permettono a questi server indipendenti di parlarsi tra loro.
Il fediverso nasce per offrire maggiore autonomia e controllo agli utenti rispetto ai tradizionali social media.
Gli utenti possono scegliere il server che preferiscono in base alla community, alle regole o alla governance che meglio rispecchia le loro esigenze, mantenendo, comunque, la capacità di comunicare e interagire con utenti su altri server del fediverso.
Il risultato è un ambiente più personalizzabile e meno soggetto ai cambi di politica o agli algoritmi di una singola piattaforma, offrendo una versione di Internet più democratica e aperta.
Il fediverso potrebbe, quindi, rappresentare una rivoluzione per gli editori dopo vent’anni di dominio social e Threads si distingue come la prima grande app di una tech company statunitense a lanciare alcune funzionalità che aprono le porte a questa nuova realtà.
Oltre il fediverso
Ora in lizza per realizzare questo modello decentralizzato a cui aspira il fediverso c’è l’AT Protocol di Bluesky.
Sempre secondo NiemanLab, in molti sostengono che le origini più recenti di AT Protocol hanno consentito una configurazione più user-friendly rispetto al fediverso.
Inoltre, il crescente interesse per AT Protocol sembra essere più incentrato sulla creazione di nuove app che sull’integrazione di quelle vecchie. Se a conquistare il mercato della decentralizzazione sarà Bluesky sarà solo il tempo a dirlo.