Dalla Treccani un tributo alla grande scuola economica italiana che ha saputo rielaborare in chiave innovativa la disciplina

Di il 11 Aprile, 2025
Treccani Libri ha pubblicato Il pensiero economico nell’Italia repubblicana, a cura di Pierluigi Ciocca e Giangiacomo Nardozzi, una raccolta di 20 saggi che ripercorre il pensiero economico italiano dalla seconda metà del ‘900 a oggi. Con ritratti di economisti quali Bruno de Finetti, Piero Sraffa, Federico Caffè, Luigi Pasinetti, Paolo Sylos Labini o Carlo Cipolla

Gli economisti italiani hanno rielaborato le teorie più importanti della disciplina, con un approccio allo stesso tempo critico e innovativo che ne ha fatto un esempio di ecclettismo a livello internazionale sconosciuto ad altre tradizioni. A ripercorrere la storia dell’economia italiana dalla seconda metà del ‘900 a oggi è Il pensiero economico nell’Italia repubblicana, a cura di Pierluigi Ciocca e Giangiacomo Nardozzi, pubblicato da Treccani Libri in occasione del centenario dell’Istituto della Enciclopedia italiana e presentato oggi a Roma dai curatori con Giuliano Amato, Giorgio La Malfa, Annalisa Rosselli, Mariuccia Salvati e Giuseppe Vacca.

Una storia di idee e di uomini che, dopo il fascismo e la guerra, hanno recuperato una tradizione economica fondata nel Medioevo, sviluppatasi nel Rinascimento, proseguita nell’Illuminismo lombardo e culminata, tra la seconda metà del diciannovesimo secolo e i primi anni del ventesimo, con autori come Francesco Ferrara, Maffeo Pantaleoni, Vilfredo Pareto, Enrico Barone, Antonio De Viti de Marco, Luigi Einaudi.

Dal 1946 la teoria economica italiana si apre al mondo e si contraddistingue per un eclettismo sconosciuto ad altre tradizioni. Da allora fino ai giorni nostri, gli economisti italiani hanno sviluppato le teorie più importanti della disciplina con un approccio allo stesso tempo critico e innovativo, riuscendo a mantenere un appiglio concreto alla società reale, fornendo un prezioso supporto per comprenderla e migliorarla.

Nel testo della Treccani si trovano quindi studiosi seguaci della teoria neoclassica e keynesiana, marxista e schumpeteriana, monetarista e giuridico-istituzionale, storica e statistico-matematica. Per la sua rappresentatività, il libro può essere utilizzato anche come una mappa sinottica dell’alta teoria economica tout court, e alla fine della lettura è facile capire quello che scrive Keynes al termine della Teoria Generale: le idee degli economisti sono più potenti di quanto comunemente si creda e il mondo, in realtà, è governato da poco altro.

Sono numerosissimi gli autori citati nel volume, a dimostrazione di un movimento intellettuale e accademico davvero di grande portata, tra cui  a solo titolo di esempio Bruno de Finetti, considerato uno dei grandi maestri nella teoria della probabilità; Piero Sraffa e i suoi scritti degli anni Venti sull’inflazione e sulla teoria della concorrenza dominante di Alfred Marshall a Cambridge; Federico Caffè, che ha dato impulso all’economia del benessere, a cui si lega la scienza delle finanze; Luigi Pasinetti e il suo contributo alla scuola di Cambridge nella versione sia sraffiana sia keynesiana; Paolo Sylos Labini, che ha riscosso il riconoscimento unanime con la sua teoria dell’oligopolio, imperniata sulle barriere all’entrata o Carlo Cipolla, storico dell’economia che ha unito la curiosità e l’originalità delle domande e il crisma filologico e analitico delle risposte a una scrittura chiara e brillante.

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