Le aziende, in primis quelle americane, sono sempre più sotto il fuoco incrociato di attivisti che collegano le performance aziendali alle politiche di Diversità, Equità e Inclusione (DEI). In un clima politico polarizzato, molti manager e consigli di amministrazione si trovano costretti a rivedere le proprie strategie di comunicazione per affrontare una nuova ondata di attacchi politicamente motivati, sulla scia di quanto già accaduto con le iniziative ESG.
Tra le ultime vittime di questa pressione figurano aziende storiche come Harley-Davidson, che hanno deciso di ritirare o ridimensionare il proprio impegno per la DEI per evitare controversie con attivisti e azionisti.
Smantellare le iniziative DEI
Proprio gli attivisti, nel tentativo di smantellare le iniziative DEI, stanno adottando nuove strategie per fare pressione, inclusa la raccolta e l’analisi dei contenuti pubblicati sui social media da dirigenti e membri del board. Commenti su temi come i diritti LGBTQ+, la sostenibilità e la diversità sono diventati bersagli di questo nuovo tipo di “doxxing”, un fenomeno che ha spinto molte aziende a intensificare la condivisione delle decisioni operative con i loro stakeholder.
Non è un caso che negli ultimi dodici mesi è raddoppiato sia il monitoraggio sia l’investimento sulla presenza digitale dei consiglieri di amministrazione: se non controllano la loro narrazione personale, lo faranno gli altri.
Rischi e benefici delle politiche DEI
Luke Hartig, presidente di Gravity Research, ha sottolineato come le aziende B2C con una base di consumatori tendenzialmente conservatrice siano particolarmente vulnerabili a queste pressioni, mentre i brand con una clientela più progressista sembrano essere meno esposti.
Allo stesso tempo, l’inversione di rotta nelle politiche DEI comporta rischi significativi. Le recenti decisioni anti-DEI di importanti aziende americane hanno generato un’eco mediatica considerevole, con un aumento sui social media del 77% delle menzioni e del 40% delle interazioni, secondo i dati di Newswhip.
È importante notare che la ricerca continua a dimostrare i benefici delle politiche di diversità. Le aziende con una forza lavoro diversificata tendono a superare i competitor meno attenti a questi fattori con un margine del 29% all’anno. Inoltre, uno studio di Pew Research indica che la maggioranza dei dipendenti (56%) considera la diversità sul posto di lavoro un valore positivo.